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Aversa, D’Amore a Campania Oggi: “Meglio una ‘non politica’ a una cattiva. Per il rendiconto tutti votino compatti”

madonna della pace 2025
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Mariano D’Amore, assessore al bilancio del Comune di Aversa, è stato ospite a “Campania Oggi”, programma di approfondimento politico e di attualità in onda su Teleclubitalia e condotto dal direttore Giovanni Francesco Russo. Durante l’intervista, l’assessore D’Amore ha discusso, tra le altre cose, della turbolenta situazione politica normanna, della rottura nella maggioranza avvenuta nel weekend dopo il rifiuto delle deleghe rimodulate da parte degli assessori, e di come la grande partecipazione pubblica che si godeva in passato sia venuta meno negli ultimi anni.

Assessore, allora la prima domanda che le rivolgo è sull’attualità. C’è stato un fine settimana di fuoco nella città di Aversa con il sindaco Matacena che ha detto in un comunicato stampa “io non cedo ai ricatti”, dopo che non era stata accettata da parte della maggioranza la rimodulazione di alcune deleghe, dall’altro lato hanno risposto esponenti politici normanni: “Matacena non è il nostro re”. Insomma, siamo arrivati alla resa dei conti?

Siamo arrivati a uno snodo importante di questa esperienza amministrativa, sicuramente. È il momento in cui bisogna fare chiarezza su alcuni aspetti che tengono assieme o non tengono assieme la coalizione e poi fare le scelte conseguenti.

Vorrei fare un ragionamento un po’ più ampio, al di là degli ultimi comunicati stampa: Ciaramella già ebbe un bel po’ di problemi, anche là lo scontro col Presidente del Consiglio Comunale. Poi abbiamo avuto l’amministrazione di centrodestra che ha avuto vita breve. Poi abbiamo avuto l’amministrazione di Golia che ha passato i suoi mesi a fare la conta dei consigli comunali. Adesso con Matacena non si è riusciti a partire col piede giusto e continuano a esserci frizioni su frizioni. Ma che cosa sta succedendo ad Aversa? Perché la città, che invece per anni è stata coriacea, anzi è stata un modello anche per altre amministrazioni comunali, avesse espresso una classe dirigente forte, importante, adesso dal suo punto di vista, vive solo di lotte intestine?

Innanzitutto la sua analisi è corretta circa il fatto che il fenomeno non nasce oggi ma ha una radice più antica. È vero quello che lei diceva, cioè che una serie di amministrazioni hanno incontrato problemi simili e quindi poi sono arrivate anche alla dissoluzione. E probabilmente la radice di questi problemi sta nel fatto che le coalizioni vengono costruite secondo certe logiche che poi non reggono alla prova dell’amministrazione, o forse anche la radice sta nel fatto che c’è una fetta di società aversana che da troppo tempo preferisce stare alla finestra piuttosto che partecipare al governo della città.

Perciò lei pensa che una parte della città che potrebbe dare un contributo anche in termini di stabilità preferisce essere spettatrice rispetto a quello che è il teatrino della politica, perché così lo dobbiamo definire?

Probabilmente è vero. La città ha conosciuto un momento di grande partecipazione, direi corale, negli anni ’90 e nei primi anni 2000, e poi dopo si è assistito a un percorso nel quale fare politica per la città è sempre più stata percepita come un’attività semiprofessionale.

In città tutti dicono che Matacena abbia fatto una serie di errori, uno tra questi è quello di aver subito ceduto a determinate richieste e poi adesso di aver messo un muro e perciò di essere arrivati allo scontro. Secondo lei Matacena ha fatto questi errori? Il racconto che si fa di Matacena come sindaco debole, come uno che non ha il polso della situazione, è vero? Lei che lo conosce lo vive dal di dentro?

Io conosco Franco Matacena da 40 anni e questo è uno dei motivi per i quali ho accettato di impegnarmi con lui in questa esperienza amministrativa. Ne conosco il profilo e ne conosco i valori, ne conosco le caratteristiche. Tendenzialmente è una persona che lascia i tempi alle cose per sedimentarsi, medita ai suoi tempi di costruzione delle decisioni, poi però quando decide accelera. Queste caratteristiche le porta anche nell’esperienza politico-amministrativa. Io dico che come sempre nella fase della costruzione della coalizione, delle candidature, della scelta dei candidati consiglieri, si pongono le basi per un rapporto che è duraturo o non lo è. È chiaro che la coalizione che ha sostenuto Franco Matacena era ed è una coalizione molto ampia e articolata e questo rende ancora più complesso ovviamente il lavoro di coordinamento. Probabilmente un sindaco che proviene di fatto da esperienze non politiche, di politica professionale che è cosa diversa, ha anche pagato il prezzo necessario all’inizio dell’esperienza per acquisire le modalità giuste di governo di questa coalizione. La politica non è facile.

old wild west

Sembra che Matacena abbia cercato di piacere a tutti, però per piacere a tutti poi non è piaciuto a nessuno. Adesso abbiamo una scadenza che è quella del 19 giugno dove si deve votare, tra l’altro un provvedimento che a lei è molto caro, è un provvedimento di natura economico finanziaria, il rendiconto generale. Che succederà?

Nessuno può dirlo con precisione. Io ho rivolto un appello un attimo prima che questa crisi deflagrasse, ho rivolto un appello a tutti i consigli comunali, a tutte le forze politiche perché ho detto in certe occasioni la politica deve anche sapere volare alto. Questo documento contabile è fondamentale, ribadisco che è uno snodo fondamentale nella vita amministrativa e nella storia finanziaria del nostro Comune. Con questo rendiconto prendiamo atto che la massa passiva che era da recuperarsi con il piano di riequilibrio è stata coperta ed è quindi un messaggio fondamentale che questo rendiconto lancia non soltanto alla città ma anche a chi dall’esterno deve valutare il percorso di risanamento che la città ha fatto. È un documento di grande importanza, per questo il mio appello resta a un’assunzione di responsabilità da parte di tutti rispetto all’approvazione di un documento contabile che contiene un risultato che deve essere patrimonio di tutti.

Secondo lei la narrazione che si fa in città che tutta questa vicenda poi alla fine nasconda uno scontro tra Matacena e Zannini, che diciamo passa per Giovanni Innocenti, è una narrazione che cerca di semplificare al gossip quelle che sono delle questioni politiche o è una narrazione reale?

Io la seguo sul piano dell’analisi politica, io sono contrario a queste personalizzazioni, non mi hanno mai convinto. So che in politica si arriva anche alle personalizzazioni ed è una patologia. Io inviterei tutti a discutere di politica, almeno noi, di cose da fare.

Parliamo di politica, uno dei provvedimenti di cui diciamo l’amministrazione Matacena va più fiera è quella di aver cercato di mettere i conti a posto, ma se i conti sono stati davvero a posto, come sta la situazione ad Aversa da un punto di vista economico finanziario?

Nel 2022 l’allora amministrazione Golia ha dovuto prendere atto dell’esistenza di un disavanzo che era complessivamente, dalla memoria, di circa 22 milioni di euro, di questi 14 erano emersi a seguito di un provvedimento della Corte dei Conti. Nel marzo del 2023 è stato adottato il piano di riequilibrio perché l’alternativa sarebbe stata il dissesto. Noi abbiamo ereditato quindi il piano di riequilibrio fatto dall’amministrazione Golia. Siccome la legge ce lo consentiva, come atto fondamentale della nostra amministrazione, abbiamo rimodulato quel piano di riequilibrio. Siamo intervenuti su quel piano di riequilibrio, abbiamo aggiustato alcune cose che a nostro giudizio andavano aggiustate. In particolare, entro in un dettaglio tecnico, ma che è importante per cogliere quello che noi abbiamo fatto: abbiamo affermato l’esigenza di recuperare prima il disavanzo, in particolare di coprire prima i debiti fuori bilancio che erano emersi in fase di costruzione del piano di riequilibrio. Ci siamo anche mossi per restituire il fondo di rotazione che il Ministero aveva dato al Comune di Aversa per consentirgli di uscire dalla situazione di difficoltà finanziaria nella quale si trovava. Oggi, con il rendiconto che va in Consiglio Comunale, noi dimostriamo che la massa passiva che era da coprirsi col piano di riequilibrio è stata integralmente coperta o assorbita, il che non significa che non abbiamo ancora debiti da pagare. Abbiamo costituito le condizioni finanziarie e la copertura per procedere al pagamento di tutti i debiti fuori bilancio che erano previsti nel piano, ed è quello che il Comune deve fare nei prossimi mesi, prima della fine di quest’anno. Quindi questo è anche un messaggio che lancio ai creditori del Comune, un messaggio di serenità nel senso che i documenti e anche gli atti concreti che questa amministrazione ha assunto dicono che saranno pagati entro la fine dell’anno.

Ma se l’amministrazione va a casa e non si vota il rendiconto, poi tutto questo lavoro che è stato fatto che fine fa?

È chiaro che una crisi amministrativa incide sui percorsi virtuosi e sui percorsi di risanamento. Io mi auguro che questa crisi non ci sia. Però le dico anche che se la politica ci deve essere, deve essere una politica autorevole, io preferisco una non politica a una cattiva politica.

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