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Ischia, scatta il sequestro per l’Hotel Club Scannella: gravi violazioni ambientali ed edilizie

Ischia, scatta il sequestro per l'Hotel Club Scannella: gravi violazioni ambientali ed edilizie
old wild west

Ancora guai giudiziari per l’Hotel Club Scannella di Forio d’Ischia, già in passato finito sotto sequestro per violazioni ambientali e edilizie. La Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Napoli, su disposizione della Procura della Repubblica partenopea, ha eseguito un nuovo provvedimento di sequestro preventivo per gravissime irregolarità legate alla normativa edilizia e alla tutela dell’ambiente.

Ischia, scatta il sequestro per l’Hotel Club Scannella: gravi violazioni ambientali ed edilizie

L’inchiesta, coordinata dalla Sezione ‘Edilizia ed Ambiente’ della Procura di Napoli e condotta con frequenti ispezioni dall’alto, ha portato alla luce una serie di ipotesi di reato estremamente gravi: lottizzazione abusiva, edificazione in area vincolata, costruzioni illecite su demanio marittimo, discarica abusiva e persino distruzione di bene paesaggistico. Tutti reati che sarebbero stati commessi in un’area di altissimo pregio naturalistico e sottoposta a vincoli stringenti.

Le Fiamme Gialle hanno dapprima notificato gli avvisi di conclusione delle indagini agli indagati, tra cui i proprietari dei terreni, i gestori della struttura ricettiva e i soci della società che ne detiene la gestione. Contestualmente è stata disposta la misura cautelare reale a tutela dell’area costiera, teatro di anni di abusi edilizi e devastazioni ambientali.

Dalle indagini, infatti, è emerso un quadro inquietante: edificazioni abusive, scavi illegittimi nella falesia rocciosa e trasformazioni urbanistiche condotte in assenza di qualunque autorizzazione. Gli inquirenti parlano di una vera e propria alterazione definitiva dell’orografia del territorio, con la creazione di volumi, cunicoli, grotte artificiali, piscine scavate nella roccia e discariche abusive, con il conseguente stravolgimento del delicato equilibrio geologico e paesaggistico della zona. I materiali di risulta sarebbero stati gettati direttamente in mare, formando veri e propri cumuli subacquei, come confermato dai rilievi effettuati dai sommozzatori del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza.

Le perizie tecniche hanno evidenziato un quadro di degrado ambientale gravissimo: l’intervento ha riguardato oltre 25mila metri quadri di superficie, con volumi abusivi per 3600 metri cubi e rifiuti stimati per ulteriori 800 metri cubi, accumulati a ridosso della falesia e persino nel fondale marino.

Secondo gli inquirenti, il sito è stato trasformato senza alcun rispetto delle norme vigenti, in un contesto a massimo rischio idrogeologico, ambientale e paesaggistico. Le indagini sono state supportate anche da consulenze tecniche universitarie che hanno accertato danni irreversibili alla biodiversità e al patrimonio geologico.

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