Impedirono ai commissari prefettizi di accedere al Comune, assolti per prescrizione 35 imputati. A stabilirlo è una sentenza del tribunale di Marano, a firma del giudice monocratico Laura De Stefano. I fatti risalgono al luglio del 2004. All’indomani del commissariamento del Comune disposto dal Consiglio dei ministri per “accertate ingerenze dei clan”, decine di cittadini ed esponenti politici della maggioranza, tra cui l’ex sindaco Mauro Bertini e l’allora presidente del Consiglio Salvatore Perrotta, inscenarono una clamorosa protesta davanti al municipio, ostacolando e ritardando di fatto l’insediamento della terna commissariale, guidata dal prefetto in pensione Gaetano Piccolella.

 

Le accuse. Per tutti l’accusa era di interruzione di pubblico servizio, con richieste di pena che oscillavano tra gli otto mesi e i due anni di reclusione per i tre cittadini che si incatenarono ai cancelli. Un procedimento giudiziario durato ben sette anni (era iniziato nel 2006) e che ha avuto il suo epilogo nei giorni scorsi. Nel mezzo, appena tre mesi dopo l’avvenuto scioglimento per infiltrazioni camorristiche, il reintegro della vecchia giunta di centrosinistra disposto dal Tribunale amministrativo regionale.

 

Le dichiarazioni. “Agimmo a suo tempo nella consapevolezza che non vi fosse alcuna forma di condizionamento da parte della criminalità organizzata”, spiega l’ex sindaco Salvatore Perrotta. Più caustico invece Mauro Bertini: “All’epoca gran parte della città si schierò dalla nostra parte – aggiunge – Se capitasse oggi, e ne esistono davvero tutti i presupposti, non vi sarebbe alcuna mobilitazione di sorta”. Tra i prosciolti un nugolo di ex assessori e consiglieri comunali. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Gaetano Mosella, Carlo Carandente Giarrusso e Ivan Filippelli.

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