Chiesti 26 anni di carcere per gli appartenenti al cosiddetto “gruppo misto”, banda criminale basata sull’accordo tra i Mallardo e i Licciardi. L’udienza dinanzi la corte di Appello di Napoli a carico di Pasquale Barbato, Massimo Di Cicco e Gennaro Trambarulo, quest’ultimo detenuto al 41 bis nel carcere di Sulmona e ritenuto dai pentiti come l’erede del boss Giuseppe Dell’Aquila, detto “o’ ciucci o” arrestato qualche anno fa.

 

Per Gennaro Trambarulo è stata richiesta la pena più severa: 10 anni. Otto anni a testa, invece, per gli altri due affiliati Barbato e Di Cicco. Il processo è stato rinviato al 19 maggio quando sarà emessa la sentenza. Trambarulo, Di Cicco e Barbato furono arrestati nell’ambito dell’operazione «Lilium 2» nel maggio del 2013. Trambarulo è ritenuto capo del «gruppo misto», per gestire le attività illecite sul litorale Domizio, nel Casertano, ma anche in quella zona di confine del napoletano, come Giugliano.

 

Gestione di affari illeciti come il pizzo e le estorsioni.  Di Trambarulo parlano anche i collaboratori di giustizia che lo indicano come il capo di quella parte di cosca alleata con i Licciardi. L’alleanza tra i clan Mallardo, Licciardi e la fazione «Bidognetti» dei Casalesi, era già stata resa nota da altre indagini. Ogni famiglia si era impegnata a mettere parte del suo “personale” al centro del “direttivo” in modo da dividersi equamente territorio e compensi.

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