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Sono ancora in corso le indagini sulla morte del piccolo Samuele Gargiulo, il bimbo di 3 anni deceduto dopo un volo dal balcone di casa, in via Foria, a Napoli. Gli agenti di Polizia hanno arrestato il domestico, 38 anni, accusato di omicidio. L’uomo, con dei problemi psichici, colto da raptus avrebbe scaraventato il piccolino giù dal balcone, uccidendolo.

Il 38enne avrebbe parzialmente raccontato quanto accaduto, spiegando la sua versione dei fatti, ma starà adesso agli inquirenti verificare le sue parole e l’eventuale attendibilità e ricostruire la verità. Intanto è tutt’ora in stato di fermo in attesa della convalida dell’arresto, probabilmente prevista per oggi.

Il video choc

Intanto il movente resta un mistero. Perchè Cannio ha avrebbe gettato il piccolo dal balcone di casa? Nelle ultime 24 ore sui social è spuntato un video diventato virale in rete in poco tempo. Nel video si vede Samuele che afferma in napoletano: “Io ti butto giù perché sei una schifezza”. Una frase strana, inconsueta, per un bambino di tre anni. Tanto che l’ipotesi, terrificante, è che il bimbo la ripetesse proprio perché l’aveva sentita da qualcun altro. Magari da chi poi lo ha davvero buttato giù, magari da Mariano Cannio. L’ipotesi, si apprende, non viene affatto scartata dagli inquirenti.

Il video ora è al vaglio degli inquirenti per stabilire eventuali collegamenti con quanto accaduto. Il filmato si chiude con Samuele che di colpo non parla più, come per non farsi ascoltare da qualcuno verso cui volge lo sguardo.

Le indagini

C’è un buco di tre ore nell’indagine su Mariano Cannio, il domestico fermato su ordine del pubblico ministero per la morte di Samuele. Mentre la madre Carmen urlava e piangeva, Cannio si allontanava dalla casa. Nessuno ha notato la “fuga” del 38enne e nemmeno in ospedale se ne parlava. Solo dopo l’intervento della squadra mobile Cannio viene ritrovato non in casa sua ma nei paraggi della zona dei tribunali.

Distrutti dal dolore i Gargiulo, genitori del bimbo di quasi 4 anni, ora chiedono massimo rispetto della privacy agli organi di stampa. La mamma chiede ‘pietà’ per il suo piccolo, e chiede di non pubblicare le sue fotografie. “Per piacere non pubblicate più fotografie di mio figlio, né video”: è l’appello doloroso alle tv e alla carta stampata di Carmela Gargiulo, presente in casa, ma in un’altra stanza, durante la tragedia.

Intanto lunga la strada dove è accaduta la tragedia, vi sono lumini, fiori bianchi e peluche in via Foria davanti al palazzo dove risiede la famiglia di Samuele, in quanto il papà e la mamma del piccolo sono conosciuti perché appartengono a famiglie di commercianti che da tantissimi anni operano in zona.

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