Figura anche Isidoro Chianello, 60 anni, padre di “Angela da Mondello”, la signora divenuta celebre l’anno scorso per la frase “non ce n’è Coviddi”, tra i 28 dipendenti del Comune che, con timbrature e auto-certificazioni false, si allontanavano dal proprio posto di lavoro per andare a fare la spesa o attività sportiva.

Palermo, “furbetti del cartellino” al Comune: c’è anche il padre di Angela da Mondello

Per lui è stato disposto l’obbligo di dimora. Nel giro di tre mesi i finanzieri del comando provinciale del capoluogo siciliano hanno registrato almeno 1.000 casi di falsa rendicontazione per circa 2.500 ore di falso servizio, grazie all’uso delle telecamere di videosorveglianza.

Secondo quanto è emerso dalle indagini, molto frequenti erano gli episodi di timbratura multipla da parte di un singolo soggetto per conto di diversi colleghi non presenti in quel momento a lavoro. In altri casi i furbetti ricorrevano allo strumento della “rilevazione manuale”, che consente in caso di dimenticanza del proprio badge personale di attestare la propria presenza attraverso un’autocertificazione.

Intanto il sindaco Orlando ha annunciato che il Comune si costituirò parte civile nel processo che scaturirà da questa operazione. “Esprimo un forte apprezzamento al comando provinciale della Guardia di Finanza per l’operazione “Timbro libera tutti” – ha detto Orlando – che mette in luce uno spaccato di una realtà che grava sul corretto funzionamento dei servizi alla città. Per questo l’amministrazione comunale si costituirà parte civile”.

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