vescovo acerra di donna teleclubitalia

“Bisogna continuare a mantenere accessi i riflettori sull’emergenza ambientale. L’emergenza sanitaria ha fatto passare in secondo piano ma vanno di pari passo. Il Covid viene da uno sconvolgimento di ecosistemi ambientali”. Sono le parole del vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna nel corso di “A casa del don”, in onda su Teleclubitalia.

Vescovo di Acerra Di Donna a Teleclubitalia

Monsignor Di Donna ha parlato dell’emergenza sanitaria che il mondo sta vivendo ma ha lanciato l’allarme su quello che è il disastro ambientale delle nostre terre, tema caro al vescovo. “Tra il virus e l’inquinamento ambientale c’è un rapporto molto stretto – ha detto -. Dobbiamo continuare ad alzare la voce perchè l’emergenza ambientale è passata in secondo piano”. Poi sull’abolizione della commissione speciale Terra dei fuochi in Regione ha detto: “Non si vuole parlare più di terra dei fuochi. Anzi si elimina la commissione terra dei fuochi in regione, non che facesse molto ma averla eliminata è segno della volontà politica  di chi non vuole sentir parlare di Terra dei fuochi”. Per Di Donna “E’ grave che tutti gli ospedali sono diventati ospedali Covid ma vengono trascurati i malati di tumore, gli infartuati con il rischio che tra poco non conteremo più i morti da Covid ma di tumore, infarto e altro”.

L’omicidio di Simone

Monsignor Di Donna è poi intervenuto anche sulla morte di Simone, il giovane ucciso a Casalnuovo qualche settimana fa. Il Vescovo di Acerra celebrò i suoi funerali. “La sopraffazione del più forte sul più debole è sempre esistita, qual è la novità? E’ che oggi viene amplificata dai mass media, che non hanno colpa, ma hanno colpa quelli che presentano ai giovani dei modelli negativi. Ci sono fiction tv che vengono presentate come capolavori e invece sono istigazione alla violenza perché i giovani assorbono come latte materno questi modelli, ci sono videogame basati sull’eliminazione dell’avversario. La violenza c’è sempre stata ma oggi mancano gli anticorpi: un controllo sociale, delle regole che c’erano prima, c’era la realtà religiosa che faceva la sua parte, la scuola. Oggi c’è il deserto e questa è la cultura dove si coltiva il virus della violenza – dice -. Poi da noi si aggiunge una mentalità camorristica molto diffusa dove anche noi come chiesa non incidiamo molto. Noi dobbiamo incidere di più prendendo come confronto questa mentalità camorristica. Siamo ancora un po’ arretrati”.

Infine un ricordo del terremoto dell’80 di cui oggi ricorrono i 40 anni. “Ricordiamo le mani della camorra sulla ricostruzione, l’enorme flusso di denaro che arrivò in quegli anni favorì l’espandersi della camorra. Ogni volta che nel nostro paese arriva un fiume di denaro c’è sempre il rischio che la malavita metta le sue zampe, mi riferisco ai soldi che dovrebbero arrivare con il ricoveri fund ora”.

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