piacenza carabinieri

Piacenza. “Sono entrato attrezzato, uno si è pisciato addosso. L’altro mi ha risposto ma l’ho fracassato. Aveva un Mac, gliel’ho distrutto”. Sono le pesanti dichiarazioni di uno dei carabinieri coinvolti nell’operazione Odysseus, condotta nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Piacenza sugli episodi di violenza che si sono verificati all’interno della caserma Levante di via Caccialupo, che è stata sequestrata.

In manette sono finiti sei militari, ma le persone coinvolte sarebbero molte di più. Le accuse a loro carico vanno dall’arresto illegale alle lesioni personali, dal peculato d’ufficio alla falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, dagli arresti completamente falsati alla violenza privata aggravata. Ma ciò che più colpisce sono alcuni episodi di pestaggio e tortura che i carabinieri avrebbero effettuato su cittadini innocenti, spacciatori ed immigrati, così come emerge dalle intercettazioni telefoniche e telematiche.

Pestaggi a innocenti

Il neo procuratore Grazia Pradella ha fatto riferimento nel corso della conferenza stampa al pestaggio di un cittadino arrestato ingiustamente e accusato di spaccio di droga attraverso prove false, costruite ad arte per poter giustificare l’arresto. Addirittura, nell’intercettazione a cui si fa riferimento nel contenuto multimediale, uno dei presenti avrebbe detto al militare: “Basta, basta sennò lo ammazzi”, dopo aver sentito chiaramente i lamenti di un uomo che veniva maltrattato.

E poi ancora, in una delle intercettazioni: “Non hai capito? …Hai presente Gomorra? Le scene di Gomorra. Guarda che è stato uguale! …ed io ci sguazzo con queste cose! Tu devi vedere che schiaffoni gli ho dato”.

“Faccio un po’ fatica a definire questi soggetti dei carabinieri – ha commentato il procuratore Pradella -. Non c’è stato nulla o quasi nulla di lecito, per quello che abbiamo potuto percepire. I fatti sono di estrema gravità ma non intaccano la fiducia che la procura della Repubblica di Piacenza ha nei confronti dell’Arma dei carabinieri. Quello che la procura deve chiedersi e che deve chiedersi anche l’Arma è come sia stato possibile che un appuntato dei carabinieri con un atteggiamento in stile Gomorra abbia acquisito tutto questo potere”.

Spaccio durante lockdown

Addirittura, tra le ipotesi d’accusa, ci sarebbero anche certificazioni fornite da un carabiniere in modo da consentire a spacciatori piacentini di raggiungere Milano per rifornirsi di droga durante il lockdown. In un’altra intercettazione si sente un carabiniere dire: “Lui siccome è stato nella merda, e a Piacenza comunque conosce tutti gli spacciatori, abbiamo trovato un’altra persona che sta sotto di noi. Questa persona qua va tutti da questi gli spacciatori e gli dice – che questo è … omissis… e gli dice “Guarda, da oggi in poi, se vuoi vendere la roba… vendi questa qua, altrimenti non lavori!” e la roba gliela diamo noi! Poi lui… loro a su… a loro volta avranno i loro spacciatori… quindi è una catena che a noi arriveranno mai” E poi ancora, ad uno spacciatore: “Mi faccio un unico perché così se riesco vengo a prendere sia l’erba che la coca, vengo a prendere tutte e due”.

 

 

 

 

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