Foto IPP/LM/Claudio Benedetto Torino 15/03/2020 Emergenza Coronavirus - la città deserta Nella foto: un cartello su un negozio con la scritta #iorestoacasa Italy Photo Press - World Copyright

Un primo maggio sicuramente particolare questo del 2020, per tutti i lavoratori catapultati, in questo periodo di pandemia, in una quotidianità lavorativa impensabile fino a due mesi fa.

Dalle enormi difficoltà in cui versano i commercianti, gli imprenditori, il mondo industriale, la Sanità, la Pubblica Istruzione, ai disagi delle famiglie dei disoccupati, la pandemia ha messo in ginocchio tutti ed ha messo in evidenza quanto un sistema politico ed economico fondato sulle logiche neoliberiste, sulle logiche del mercato, mostri i suoi limiti ed inefficienze nei momenti difficili della storia.

Il lavoro di docenza ha subito uno sconvolgimento totale, in questo periodo, che ci ha costretti a ripiegare sulla didattica a distanza, pur consapevoli dei limiti che essa presenta rispetto alla didattica in presenza, che sicuramente garantisce una più proficua azione educativa fondata principalmente sul rapporto interattivo, dialettico, affettivo che si instaura tra docente ed alunno.

La DAD si scontra anche con una realtà costituita da una platea di studenti non omogenea per condizioni socio-economiche e ancora oggi, nonostante i fondi stanziati per la scuola in questo periodo di quarantena, molti alunni non sono in possesso della giusta strumentazione per partecipare alle attività didattiche svolte a distanza. All’interno delle stesse famiglie con più figli, in cui c’è un unico computer o tablet, esiste la concreta difficoltà dell’impossibilità di utilizzo del computer nelle stesse ore per seguire la DAD.

Preoccupa anche il ritorno a settembre a scuola in quanto l’esigenza di sicurezza non è garantita per la concreta esistenza di aule piccole, di un numero ridotto di aule, di una dotazione organica Ata e docente insufficiente per l’attuazione di ipotesi di suddivisione della classe in piccoli gruppi o in turnazioni pomeridiane ed antimeridiane. Queste, purtroppo, sono le conseguenze di una politica di tagli che la scuola italiana ha subito.

Questo primo maggio, che celebra la conquista dei diritti dei lavoratori grazie alle lotte sindacali, spero risvegli la volontà di creazione di presupposti politico-economici, che impediscano il ripetersi in futuro di ciò che sta accadendo in questi giorni ai lavoratori di ogni settore, e garantiscano il rispetto della sicurezza e delle tutele dei lavoratori come punto cruciale che deve animare la coscienza di ciascuno di noi come membri di un’unica Comunità che valica i confini storici e geografici.

Maria Palladino
Insegnante
Consigliere Nazionale UIL e Dirigente sindacale Uil Scuola

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