fase due italia

Se le regioni premono per qualche riapertura prima del 3 maggio, il governo frena. La fase due non partirà prima del 4 maggio, giorno in cui scadrà il lockdown previsto dall’ultimo decreto del Presidente del Consiglio.

Mentre si organizza la ripartenza graduale delle attività economiche. Si pensa a istituire delle linee guida nazionali, pur non escludendo l’ipotesi di una riapertura differenziata per Regione.

Rimane in piedi anche la soluzione che prevede lo stop agli spostamenti da una Regione all’altra, almeno in un primo momento.

Nel frattempo si ipotizzano vari scenari riguardanti la riapertura dei negozi, delle aziende, delle fabbriche, ma anche delle attività commerciali come negozi, bar e ristoranti. Per quanto riguarda le scuole, quasi certamente resteranno chiuse fino a settembre.

La riapertura su base regionale

L’ipotesi di una riapertura su base regionale è stata confermata anche dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli.

Patuanelli durante la trasmissione Che tempo che fa ha sottolineato che si sta ragionando anche “su una regionalizzazione delle riaperture”. Ovviamente considerando quali Regioni hanno meno contagi. Più complicato fare lo stesso nelle zone più colpite, invece. Quindi la valutazione che si sta facendo è quello di ripartire non con misure nazionali, ma con riaperture diverse in base alle Regioni dal 4 maggio.

Le riaperture delle aziende

Come riporta Fanpage.it, per poter ripartire le aziende potrebbero dover compilare un modulo di autocerficazione per garantire che stiano rispettando le prescrizioni sulla dotazione dei dispositivi di sicurezza personale, le regole sulla sanificazione, quelle sulla presenza contingentata dei dipendenti e sull’assistenza di un medico a cui far riferimento. Inoltre, le aziende devono garantire turni diversificati e continuare a privilegiare lo smart working.

Le regole sul posto di lavoro e negli uffici

Non è escludo che i lavoratori debbano passare per il termoscanner prima di entrare in azienda. Poi ogni impresa dovrà avere a disposizione un medico. Tra le postazioni dovrà sempre essere garantita la distanza minima di un metro, continuando comunque a puntare sullo smart working o su fasce orarie differenziate in modo da avere meno persone contemporaneamente negli uffici.

Bar e ristoranti

E’ ancora presto per riaprire bar e ristoranti. Sono tra le attività considerate a rischio medio-alto e per questo si sta pensando anche a una soluzione alternativa. In un primo momento potrebbero riaprire solamente per un servizio take away, da affiancare alle consegne a domicilio. Per la riapertura completa si dovrà aspettare ancora un po’: i dipendenti, poi, dovranno utilizzare sempre mascherine e guanti. Al bancone dovrà essere rispettata la distanza di un metro, mentre ai tavoli aumenta a due metri per permettere il passaggio dei camerieri in sicurezza.

La ripresa delle attività produttive

L’idea, espressa soprattutto da alcune Regioni, è quella di far ripartire subito i cantieri edili, sia pubblici che privati. Poi si potrebbe procedere con il settore tessile, la moda e la filiera dell’automobile. Tra le prime attività produttive a ripartire ci potrebbero essere i mobilifici e le aziende di artigianato che non prevedano un ingresso del pubblico né un’alta concentrazione di lavoratori. Altre Regioni, intanto, chiedono di riaprire come prima cosa le filiere internazionali per non soffocare l’export.

Negozi e supermercati

Per la riapertura dei negozi si dovrà calcolare la metratura dei locali. Si prevede che con 40 metri quadri di locale potranno stare al suo interno due dipendenti e un cliente. Negli esercizi più grandi, inoltre, si dovranno prevedere percorsi differenziati di entrata e uscita. All’ingresso e alle casse dovrà essere fornito gel disinfettante e i locali dovranno essere puliti due volte al giorno: all’apertura e durante la pausa. I dipendenti dovranno sempre indossare la mascherina. Inoltre nei supermercati i clienti saranno obbligati a indossare i guanti.

Il trasporto

Anche per il trasporto pubblico verranno adottate una serie di misure. Il ministero dei Trasporti è al lavoro con gli esperti per studiare come ridurre al massimo i rischi negli spostamenti per chi deve andare al lavoro. Come riporta il Corriere, si ipotizzano percorsi unidirezionali, passeggeri seduti, mantenendo naturalmente le distanze e quindi con posti alternati, e controllo della temperatura per accedere in metropolitana.

Nelle città, per esempio, si pensa di aprire le zone a traffico limitato, ovvero niente restrizioni per l’ingresso nei centri delle grandi città.  Altra ipotesi è quella di aumentare il numero delle  corse di auto e bus, dove possibile.

 

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