29 febbraio 2020 ogni quanto

29 febbraio: il 2020 è un anno bisestile. Significa che i giorni non sono 365, ma uno in più: oggi, il 29 febbraio. L’anno bisestile cade ogni 4 anni: l’ultimo che abbiamo vissuto è il 2016, il prossimo sarà il 2024. Ma che cosa significa questa definizione?

29 febbraio 2020: cos’è l’anno bisestile?

È un anno con un giorno in più 366 anziché 365. Viene aggiunto perché non avvenga uno slittamento delle stagioni. Mantenendo sempre 365 giorni, si accumulerebbe ogni 4 anni un giorno di ritardo. Quella del calendario gregoriano dice: “Un anno è bisestile se il suo numero è divisibile per 4, con l’eccezione degli anni secolari (quelli divisibili per 100) che non sono divisibili per 400”.

Anno bisestile: ogni quanto?

È bisestile un anno ogni quattro, si eliminano fra i secolari quelli che non si dividono per 400. Non è stato bisestile il 1900 perché non divisibile per 400. La durata media dell’anno è di 365,2425 giorni.

Anno bisestile, le leggende: “Anno bisesto, anno funesto”

Questa cattiva fama dell’anno più lungo viene da molto lontano. Dai tempi dei romani. E c’è una reputazione magica del mese in cui quel giorno supplementare viene fatto cadere.

Perché febbraio non è solo il mese più corto. E’ anche il più compromesso con le potenze delle tenebre. Sin dai tempi di Numa Pompilio, il mitico successore di Romolo che lo aggiunge al calendario, februarius è il momento dell’ anno dedicato ai morti e agli dei inferi.

Nel 1400 il nonno di Girolamo Savonarola disse che i bisesti erano nefasti per greggi e vegetazioni, che portavano epidemie e grandi tragedie. Fra i detti ci sono anche: anno bisesto anno funesto e triste quello che gli viene appresso, anno bisesto tutte le cose van di traverso, anno bisestile chi piange e chi stride, anno bisesto senza sesto, cioè senza senno. Qualcuno lo dice anche anno della balena secondo la credenza che la balena partorisca solo ogni quattro anni.

Non solo in italiano “bisesto” rima con “funesto”. In Grecia gli anni bisestili registrano un quinto dei matrimoni in meno, perché ritenuti sfortunati. Per alcuni proverbi russi portano più mortalità e più maltempo.

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