Gandhi, biografia, moglie, figli, non violenza, morte

Gandhi, il cui nome completo è Mohandas Karamchand Gandhi è una tra le figure storiche più importanti del medio oriente.

Gandhi: biografia

Il significato del nome Gandhi è droghiere, in quanto i suoi parenti erano commercianti di spezie. Mohandas Karamchand Gandhi nasce il2 ottobre 1869 a Porbandar. Da giovane si appassiona agli studi giuridici e per questo motivo la famiglia gli concede di compiere i suoi studi superiori a Londra, dove dopo qualche anno consegue la laurea.

Diventato avvocato, torna in India, ma qui trova una situazione a dir poco spiacevole. Il consiglio della sua casta lo ha bandito perché ritiene che la vita condotta in Europa lo abbia sicuramente portato sulla strada della promiscuità. Per questo motivo nel 1893 si trasferisce in Sudafrica. In questa occasione tocca con mano il razzismo. Difatti durante un viaggio in treno all’interno del Paese il capotreno gli intima di lasciare lo scompartimento di prima classe e spostarsi in quello di terza, dove viaggiava la gente di colore. Sarà questo episodio che porterà Gandhi ad approfondire la questione della segregazione razziale in Sudafrica.

Il matrimonio e i figli

Nel 1833 sposò in un matrimonio combinato, all’età di 13 anni Kasturba. La donna era analfabeta e lo stesso Gandhi le insegnò a leggere e scrivere. In futuro poi accompagnerà e sosterrà il marito nella sua lotta alla violenza. Da questo matrimonio nacquero tre figli: Manilal, Ramdas e Devdas.

La resistenza passiva e il digiuno

Ghandi consapevole di quello che è il clima che si respira in Sudafrica comprende che combattere gli inglesi con la violenza non serve. Per questo risponde a tale violenza con la forza della propria dignità e della giustizia. Ecco perché comincia a predicare il verbo della teoria del Satyagraha, il cui significato letterale sarebbe “insistenza per la verità“, ma verrà generalmente interpretato come “resistenza passiva“. Si tratta di un rivoluzionario metodo di lotta politica, che consiste nel rifiuto di ogni atto che possa ledere fisicamente il nemico. La non-violenza professata da Gandhi non è sottomissione alla volontà di chi detiene il potere, ma la “ribellione della propria anima contro la volontà del tiranno“.

Tale filosofia nasce dallo studio di vari testi religiosi. Da questi Gandhi deduce che la rinuncia è la più alta forma di religiosità. Difatti a 37 anni decise di prendere voto di castità, d’accordo con la moglie ma contro la sua religione. Nel medesimo periodo inizia la sua attività distintiva: il digiuno, come mezzo di purificazione e di autodominio.

Gandhi: il ritorno in India e l’impegno politico

Tornato in India Gandhi acquisisce la carica di Mahatma che letteralmente significa “Grande Anima“. Diventa così il capo politico e morale del movimento d’indipendenza, nonché il leader del Partito del Congresso, battendosi anima e corpo per l’indipendenza dalla Gran Bretagna.

Nonostante le sue fossero lotte pacifiche, fu arrestato diverse volte. La prima per aver invitato alla disobbedienza civile, nel settembre 1906, tutti gli asiatici che la polizia aveva proposto di schedare. In questa occasione Gandhi venne rinchiuso per sette anni. Poi altri due dal 1921 al 1923, sempre per aver fomentato la ribellione civile. Infine un’altra volta, per un anno, nel 1930 per aver simbolicamente prodotto alcuni grammi di sale per protestare contro il monopolio.

In questa occasione Gandhi, in un plateale atto di disobbedienza civile, si mette alla testa di una marcia che durerà 24 giorni coprendo a piedi una distanza di 200 miglia fino al raggiungimento delle saline, presidiate dalla polizia inglese. In segno di protesta il Mahatma raccoglie un pugno di sale e, subito dopo di lui, tutti ripetono il suo gesto.

La morte e la commemorazione

Il 30 gennaio 1948, un estremista indù di nome Vinayak Nathuram Godse, uccide Gandhi con tre  colpi di pistola mentre si reca in giardino per la preghiera delle 5. Godse ritiene Gandhi responsabile di aver ceduto alle richieste di autonomia del governo pakistano e dei gruppi musulmani.

Il killer subito catturato, processato sarà poi condannato a morte. Nonostante l’opposizione dei sostenitori di Gandhi che, come il loro leader spirituale, erano contrari alla violenza e a questa forma di giustizia sommaria.
Il 6 febbraio del 1948 due milioni di indiani partecipano al funerale di Gandhi. Le ceneri, secondo la sua volontà furono disperse nei più importanti fiumi del mondo (Gange, Nilo, Tamigi, Volga).
Il 2 ottobre di ogni anno, giorno del compleanno di Gandhi, è stata istituita la giornata internazionale della non violenza. L’iniziativa promossa dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con una risoluzione del 15 giugno 2007.

 

 

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