solofra nomi insegnanti arrestati

Sono tanti i dettagli raccapriccianti che emergono dalle carte dell’inchiesta sull’asilo degli orrori a Solofra. I bimbi venivano strattonati, picchiati, insultati. Un bimbo di 5 anni sarebbe stato costretto persino a subire palpeggianti nelle parti intime dal maestro di 56 anni, che avrebbe mimato un rapporto sessuale con lui tenendolo per le orecchie.

La denuncia è partita da una mamma che, in un gruppo WhatsApp, aveva chiesto conferma delle violenze che subivano i bimbi più vivaci. Da lì è scattata la segnalazione ai carabinieri. Dopo aver escusso una terza mamma il gip aveva autorizzato le intercettazioni audio-video: è il 22 febbraio scorso.

I militari, all’insaputa di tutto il personale della scuola per l’infanzia di Solofra, plesso di via Fratta, posizionano telecamere e registratori. E’ l’inizio di un film dell’orrore che porterà all’arresto di quattro insegnanti su disposizione della Procura di AvellinoVincenza Palazzo, 46 anni originaria di Cava de’ Tirreni, Maria Laura Lieto, 66 anni nativa di Santa Paolina, Gerardo De Piano, 56 anni di Solofra, e Mariarosaria Guerra, di Fisciano.

I primi tre sono stati raggiunti da una misura cautelare degli arresti domiciliari presso le proprie abitazioni. La quarta è stata sospesa per sei mesi dall’esercizio. Ed è a carico di Gerardo De Piano che il gip ipotizza anche un episodio di molestia sessuale ai danni di un piccino di 5 anni.

Così come riporta il Mattino, il 56enne avrebbe mimato atti sessuali col piccolo infilandogli le mani sotto i vestitini. Lo avrebbe accarezzato oscenamente e avrebbe avvicinato il suo viso a quello del piccolo. Un episodio gravissimo che conferma il clima di paura che regnava in classe, anche perché De Piano era “l’orco” cattivo che veniva evocato dai colleghi ogni volta che i bimbi facevano i capricci. “Chiamo lui”, dicevano le maestre.

Non meno gravi gli altri episodi ricostruiti dagli inquirenti. A Vincenza Palazzo, ad esempio, viene contestato di aver strattonato i bimbi e di averli costretti a riposare spingendo la testolina sui banchi. E poi spintoni e tanti insulti: “Ti attacco sopra la trave”, oppure “Ti devo impiccare uno di questi giorni”.

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