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Arrestati per estorsione tre persone di etnia rom del campo di Giugliano con l’accusa di estorsione. Hanno rubato la borsa della titolare di un negozio in via Ripuaria chiedendo soldi in cambio della reistituzione. A mettere a segno l’operazione i Carabinieri della Compagnia di Giugliano guidati dal capitano Antonio De Lise.

A finire in manette, in flagranza di reato, Suljevic Almir, domiciliato a Qualiano, pregiudicato, e un 15enne domiciliato presso il campo nomadi di Costagliola; sottoposta a fermo, invece, Suljevic Brena, di Mugnano, classe ’91, anche lei residente presso il campo rom di Costagliola.

I tre sono ritenuti responsabili di estorsione in concorso ai danni di due coniugi giuglianesi titolari di un’attività commerciale in via Ripuaria. Lo scorso 30 agosto, la donna, aveva subito il furto della propria borsa (contenente una somma di 3200 euro, un libretto postale, passaporti e permesso di soggiorno), da parte di due donne di etnia rom. Per recuperare i propri documenti, la vittima, insieme al marito, si è recata presso il campo rom di Qualiano: lì, un uomo, identificato in Suljevic Almir, ha richiesto la somma di 1500 euro in cambio dei documenti.

Consegnata la somma parziale di 500 euro, però,  nelle mani di Suljevic Brena, riconosciuta quale una delle due donne autrici del furto, ai due malcapitati sono stati riconsegnati solo i documenti di identità venendo altresì minacciati dall’uomo che se non avessero consegnato la restante somma di denaro gli avrebbero incendiato il negozio. A quel punto le vittime si sono rivolte alle forze dell’ordine.

I militari dell’Arma, dopo aver appreso che i coniugi avevano già concordato un nuovo incontro con i malviventi per la serata del quattro settembre, sono riusciti a bloccare i due uomini al momento della consegna del denaro. Riconosciuta anche la donna quale che il giorno precedente con i primi due aveva partecipato alla richiesta estorsiva. Almir è stato condotto presso Poggioreale, mentre il 15enne al centro di accoglienza dei Colli Aminei. La Brena è stata condotta presso il carcere femminile di Pozzuoli. Verranno giudicati con rito direttissimo.

 

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