Era già in carcere Agostino D’Alterio, mediatore e cassiere del clan Mallardo, destinatario di questa mattina di una nuova ordinanza di custodia cautelare e di un provvedimento di sequestro dal valore di 700mila euro. Il suo primo arresto risale al luglio del 2015, durante il blitz che svelò gli affari dei Carlantonio nel mercato ortofrutticolo di Giugliano di via Santa Maria a Cubito.

D’Alterio fu accusato dalla Procura di essere il raccordo all’interno del MOG tra i vertici del clan, in particolare di Patrizio Picardi e gli altri affiliati, e di aver messo a disposizione il suo ufficio come base operativa per le decisioni assunte dalla cosca relativamente all’imposizione delle ditte di trasporti agli imprenditori ortofrutticoli. Lavorava fianco a fianco con il figlio del boss giuglianese, Antonio Picardi, anche lui finito in manette nel corso di quel blitz.

Il nuovo arresto arriva all’esito di nuove indagini, che hanno rivelato il ruolo svolto dal carcere. Agostino, sia dal carcere che in libertà, provvedeva a smistare le lettere intestate a soggetti consenzienti e indirizzate agli affiliati consentendo la comunicazione tra i vertici dei Mallardo. Ma oltre che fare da mediatore, aveva anche un ruolo finanziario. Da cassiere, in qualità di uomo di fiducia, distribuiva le “mesate” agli affiliati e ai relativi familiari e si interessava a reperire risorse nelle casse del clan mediante il controllo di società impegnate nella gestione di video-slot e scommesse sportive.

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