Sta sollevando polemiche e anche sentimenti di paura l’intercettazione tra due ricercatori geologi pubblicata ieri dal Corriere del Mezzogiorno a proposito dei dati sull’attività dei Campi Flegrei. Il confronto è animato, preoccupato, tra i due c’è quello che parla di un’eruzione imminente e di valori di anidride carbonica e acido solfridico in aumento, peggiori del bradisisma del 1984.

“Perché da un lato tutto aumenta – si legge sul Corriere del Mezzogiorno -. È aumentato almeno di due volte quello che era il livello 1982-84, quando ci fu il bradisismo. Quindi o siamo in prossimità di un nuovo bradisisma o ancora peggio di quello del 1982-84 oppure loro mettono figure “a c…”, perché io non capisco più. O dite che aumenta e quindi debbono in qualche modo aumentare il livello di allertaSecondo le due persone al telefono, anonime, o ci sono problemi nell’analisi e nella comunicazione dei dati alla Protezione civile – che riportano un’attività sotto ogni aspetto in notevole aumento – oppure, fosse tutto vero, saremmo di fatto probabilmente vicinissimi ad un’eruzione”.

In alcuni stralci è chiara e palpabile la preoccupazione: “Un abitante di Pozzuoli, guarda queste figure in cui la zona fu evacuata per rischio eruzione e poi dimmi se ti vedi le deformazioni, scopri che sono aumentate, tu guardi la parte geochimica e scopri che il flusso, il valore è divenuto tre volte tanto, senza sapere né leggere né scrivere e dimmi se loro non stanno dicendo che stanno vicino all’eruzione o no. Tu cosa pensi: ti viene in mente che devi scappare”. E l’altro: “Io l’ho scritto al presidente e al Dipartimento di Protezione civile… riunitevi, prendete una posizione perché se ha ragione il bollettino Ingv Campi Flegrei voi dovete evacuare la zona perché stiamo per eruttare, capisci che voglio dire…Io l’ho scritto a loro e chiaramente non mi hanno risposto”.

Intanto, mentre il direttore dell’Osservatorio Vesuviano Francesca Bianco sottolinea che gli strumenti sono tutti in funzione, a smentire il Cormez che parla di “buchi nella rete che sorveglia i vulcani”, sulla vicenda è intervenuto – su Facebook – il presidente della Decima Municipalità Diego Civitillo, geologo di professione.

“La questione di questa telefonata andrebbe analizzata seriamente – spiega Civitillo – chi parla, da dove ‘viene’, se fosse autorizzata o meno. La cosa mi puzza. Per la questione Campi Flegrei sappiamo bene che ci sono livelli in aumento, e che la risposta attuale è diversa dalle precedenti. Purtroppo l’Ingv spesso è poco chiaro nella gestione e nell’interpretazione dati (vedi terremoto di Ischia), così come i parametri utilizzati dalla Protezione civile per classificare i livelli di allerta sono ‘diversamente scientifici’ a mio parere. Dall’ultima frase (della telefonata, ndR), comunque, immagino che siano i dati geochimici presentati ad essere errati”.

Intanto però la preoccupazione c’è. L’allarme sulla situazione geologica dei Campi Flegrei è stato lanciato anche dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli l’anno scorso in una nota stampa che fece rumore: “Al momento il livello di allerta è giallo – scrisse il consigliere –, immediatamente precedente al rosso, ma bisogna farsi trovare pronti in caso di emergenza visto che l’area interessata è densamente abitata e non si sa in quale punto potrebbe verificarsi un’eventuale esplosione o eruzione” ha concluso Borrelli per il quale “non si riesce a capire per quale motivo la protezione civile nazionale non si vuole rendere conto della pericolosità di quell’area, così come non si rende conto dei pericoli derivanti dal vulcano presente a Ischia dove non sono mai stati preparati piani di evacuazione ed emergenza”.

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