Processo Impagnatiello

Impagnatiello ha cercato di farle credere che Giulia “volesse farsi male e poi che fosse bipolare e che volesse uccidersi”. A dirlo è la ragazza italo-inglese durante la terza udienza del processo a carico di Alessandro Impagnatiello, l’ex barman reo confesso dell’omicidio di Giulia Tramontano, la 29enne di Sant’Antimo, dalla quale aspettava un figlio.

Processo Impagnatiello, la testimonianza dell’altra donna: “Diceva che Giulia voleva uccidersi”

La vittima aveva scoperto la relazione tra i due, e le due giovani donne si erano scambiate dei messaggi. Si erano incontrate poche ore prima dell’omicidio. Dopo avere ucciso la compagna, Impagnatiello aveva cercato di incontrare anche l’ex amante, ma lei non lo aveva fatto entrare in casa.

All’inizio sapevo che Giulia viveva in casa con lui, ma da dicembre, gennaio scorso in poi mi diceva che non stavano più insieme. Quando l’ho conosciuto ero consapevole che era fidanzato, ma poi mi aveva detto che si erano lasciati, che non voleva più stare con lei e che non erano più felici nella relazione”, ha detto la giovane di 23 anni durante la sua deposizione. Una delle più importanti del processo.

“Ho capito, poi, che Giulia era ancora presente verso marzo, aprile e che lui non era da solo, quando era andato in vacanza a Ibiza e ho visto sul suo telefono delle sue foto con lei”, ha spiegato. La ragazza ha parlato più volte degli inganni di Impagnatiello. Ha pianto a tratti durante la deposizione. Poi ha parlato del test del Dna: “Fin dall’inizio ha detto che non era il padre del bambino e che aveva fatto il test del Dna. Gli avevo chiesto di farmelo vedere per confermare se diceva la verità. Quando ho visto il test, ci ho creduto”.

E ancora: “Lui aveva detto che lei era da sola e non stava bene, che aveva provato a farsi del male e perciò lui era preoccupato”. Ma poi ha scoperto la falsificazione: “Ho visto la cronologia delle sue ricerche e ho trovato le immagini per creare il documento. Ho visto anche nelle mail il file Excel per fare il documento”.

Il post della sorella

“Una sola condizione: ergastolo a vita”: è l’appello che Chiara Tramontano, sorella di Giulia, lancia su Instagram, a un’ora dall’inizio della terza udienza del processo a carico del barman che ha ucciso la 29enne di Sant’Antimo insieme al piccolo Thiago.

Condividendo un vecchio post della vittima, in cui scriveva “l’uomo potrà sfuggire alla giustizia umana, non a quella divina”, Chiara ha aggiunto: “Davanti alla corte la verità si svelerà col tempo, per Giulia, la giustizia trionferà. Non temere, la tua voce risuonerà forte, affinché il mondo sappia: l’amore non muore. Lotta con fierezza, non arrenderti, Giulia, perché vivrai per sempre”.

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