Abbattimento della masseria del Galeota, il reato penale verso la prescrizione. Ieri i carabinieri, giunti nelle prime ore del mattino a palazzo Merolla, sede dell’ufficio tecnico comunale, hanno consegnato una sfilza di documenti ai dipendenti e funzionari del comparto tecnico, tutti inerenti alla ormai imminente prescrizione del reato penale (si parla di prescrizione con riferimento al decorso di un lasso di tempo variabile, a far data dalla commissione del reato, oltre il quale viene meno l’interesse punitivo dello Stato) e al possibile dissequestro del bene.
La normativa. Per gli abusi edilizi, se non si tratta di zona vincolata, la prescrizione per il reato penale è calcolata in tre anni dalla data di ultimazione dei lavori. E’ di quattro anni e mezzo invece per le aree soggette a vincolo. Per il reato amministrativo, invece, non esiste alcuna prescrizione, quindi il Comune di Marano ha il diritto di richiedere la sanatoria (sanzione pecuniaria, pagando il doppio degli oneri concessori) o l’abbattimento del manufatto.
La storia. La demolizione della splendida masseria e la successiva costruzione di un nuovo immobile fu reso possibile grazie a una Dia (Dichiarazione inizio attività) rilasciata dal Comune ed avvenne nell’arco di una notte, nel 2004, all’indomani dello scioglimento del Consiglio comunale e subito dopo l’insediamento della commissione prefettizia. Per quella vicenda due ex tecnici comunali, Armando Santelia e Angelo Napolitano (da qualche tempo interdetti dai pubblici uffici per un altro caso di abusi edilizi perpetrati a Marano) furono rinviati a giudizio, secondo l’accusa per aver intascato mazzette da un noto imprenditoriale della città. I due ex dipendenti dell’Ente sono stati poi prosciolti da quell’accusa.

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