La Cassazione conferma tutte le condanne per i vigili coinvolti nell’inchiesta Mattone selvaggio che hanno scelto il rito abbreviato. Oggi la sentenza per i maggiori imputati dello scandalo che colpì il Comune di Giugliano.  23 vigili finirono in manette e 3 geometri dell’ufficio tecnico del Comune, 13 imprenditori e faccendieri, accusati a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione, concussione e falso in atto pubblico.  Lo scandalo riguardò una serie di tangenti richieste per le costruzioni abusive. Gli agenti chiudevano un occhio, se non due, in cambio di denaro. Parte dei convolti ha scelto  il rito ordinario mentre altre 15 persone hanno scelto il rito abbreviato che ha avuto oggi la sua sentenza definitiva. Insomma sono colpevoli.

 

Scoppiato nel 2008 il caso dei vigili fu una vera macchia sulla città. L’inchiesta “mattone selvaggio” è stata infatti una delle pagine più nere della storia di Giugliano. Da allora di inchieste ce ne sono state, ma hanno quasi sempre riguardato il clan Mallardo ed i suoi affiliati e mai funzionari pubblici. Ora si attende il processo degli altri imputati che hanno scelto il rito ordinario che è tuttora in corso.

 

Le condanne. 10 anni per Antonio Basile 10 anni, 6 anni per Gaetano Corso, 5 anni e otto mesi per Emilio del Franco. Raffaele Parisi  9 anni, Luigi Pianese 3 anni e otto mesi, Raffaele Sodano 8 anni e otto mesi, nove anni e 4 mesi per Giuseppe Taglialatela Scafati e 9 anni per Alfonso Valletta. Per i due impiegati dell’ufficio tecnico sono stati inflitti 5 anni ad Antonio D’Alterio e a Gaetano Gargiulo. Agli imprenditori,  4 anni e 4 mesi per Antonio Carleo, cinque anni per Alfredo De Vito, Raffaele e Sabatino Granata. Quattro anni nei confronti di Armando Migliaccio e 4 anni e 4 mesi per Aldo Nobis

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