È stato firmato dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, il nuovo  Dpcm relativo all’obbligato del Green pass, in vigore dal 15 ottobre, con il quale si va a chiarire alcuni aspetti e a sciogliere gli ultimi nodi sulla privacy e sui controlli.

Green pass obbligatorio dal 15 ottobre, Draghi firma nuovo Dpcm: tutte le novità

Oltre ai lavoratori dipendenti della amministrazione pubblica sono soggetti all’obbligo della certificazione verde i dipendenti delle imprese che hanno in appalto i servizi di pulizia, di ristorazione, di manutenzione, di rifornimento dei distributori automatici, i consulenti e collaboratori e i prestatori o frequentatori di corsi di formazione, come pure i corrieri che recapitano all’interno degli uffici posta d’ufficio o privata.

Nel nuovo provvedimento vengono riviste alcune indicazioni contenute nel dpcm dello scorso 17 giugno che ha introdotto il green pass in Italia dal primo luglio.

Tra le novità c’è il software messo a punto dal ministero della Salute, ministero dell’Innovazione, ministero dell’Economia con il supporto tecnico di Sogei che attraverso la tessera sanitaria permette di leggere i dati contenuti nel certificato messi a diposizione dal ministero della Salute per una verifica quotidiana e automatizzata del green pass. Ci sarà quindi un’applicazione ad hoc per i controlli.

Green pass richiesto in anticipo

Il Green pass potrà essere richiesto dal datore di lavoro al lavoratore in anticipo per esigenze di organizzazione e pianificazione dei turni ma non oltre le 48 ore prima “ciò anche in relazione agli obblighi di lealtà e di collaborazione derivanti dal rapporto di lavoro”, si legge nelle prime bozze del dpcm.

Tra le indicazioni c’è anche il divieto di conservare il Qr code contenuto nel green pass rilevato dalle piattaforme digitali o dalle app durante la verifica quotidiana. Vietato espressamente anche l’uso per altri fini.

Smart working

I lavoratori in smart working non devono necessariamente in possesso di green pass, ma la modalità da remoto non può essere un modo per eludere l’obbligo.

Nel dpcm si legge infatti che “non è consentito in alcun modo, in quanto elusivo del predetto obbligo, individuare i lavoratori da adibire al lavoro agile sulla base del mancato possesso di tale certificazione”.

Nel Dpcm si ribadisce che “il possesso della certificazione verde e la sua esibizione sono condizioni che devono essere soddisfatte al momento dell’accesso al luogo di lavoro”.

“È pertanto un preciso dovere di ciascun dipendente ottemperare a tale obbligo a prescindere dalle modalità di controllo adottate dalla propria amministrazione”.

Cosa succede a chi non ha momentaneamente il certificato verde

Per chi è vaccinato, o con tampone negativo, ma ancora senza green pass e Qr code, restano validi i documenti rilasciati in formato cartaceo o digitale dalle strutture sanitarie pubbliche o private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di famiglia o dai pediatri.

Anche coloro che sono esentati dal vaccino per motivi di salute avranno un QR code che dovrà essere scansionato e verificato dal datore di lavorato o in alcuni settori dove è obbligatorio esibirlo. 

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