Anton Pavlovič Čechov, chi è, vita , teatro, libri

Anton Pavlovič Čechov, meglio conosciuto come Anton Čechov, è uno tra gli scrittori e drammaturghi più conosciuto di tutti i tempi. Autore di circa seicentocinquanta racconti, pubblicati su varie riviste russe soprattutto fra il 1883 e il 1887. Ha fatto la storia della letteratura russa.

Anton Pavlovič Čechov: vita

Anton Pavlovič Čechov nasce a Taganrog il 29 gennaio 1860. Terzo di sei figli Čechov nacque in una famiglia di umili origini. Sin dall’infazia ha conosciuto il dispotismo paterno, come ha spesse volte sottolineato nei suoi scritti. Difatti il padre fervente religioso ma violento, picchiava spesso i figli. Nel 1868 cominciò a frequentare il ginnasio russo di Taganrog, ma con poco profitto vista anche l’inadeguatezza dei docenti. Solo un professore di religione, compreso il potenziale di Anton gli consigliò di dedicarsi alla satira. Čechov ebbe così modo di avvicinarsi ad autori come Molière, Swift e Saltikov-Ščedrin.

Nel 1873 scoprì il teatro che condiziò per sempre la sua vita artistica. Difatti Anton Čechov grazie all’opera ” La belle Heléne” di Offenbach, si interessò all’arte della recitazione e al gusto di una finzione che è anche realtà. Con i fratelli e la sorella Marija formò una piccola compagnia che si esibiva in casa di fronte a parenti e amici e, quando non riproduceva le pièces di successo, Anton cominciò a improvvisare i primi canovacci. 

Le prime pubblicazioni

Durante il periodo universitario, Anton Čechov, cominciò ad inviare brevi racconti alle redazioni delle riviste umoristiche di Mosca, finalmente, dopo diversi rifiuti, il settimanale “La libellula” gli pubblicò nel marzo 1880 La lettera del possidente del Don Stepan Vladimirovič al dotto vicino dottor Fridrich, firmato semplicemente con un’anonima V. Questo segna l’inizio di una produzione crescente, e nel giro di tre anni Čechov pubblicò più di cento racconti e un romanzo.

Durante questo periodo Čechov continua a firmare i suoi lavori con vari pseudonimi, spesso con quello di Antoša Cechonté, soprannome datogli dal vecchio professore di ginnasio. I suoi lavori non erano soltanto racconti, ma anche recensioni teatrali. Nell’ottobre del 1882 Čechov si avvicinò allo scrittore Nikolaj Lejkin, direttore di Oskolki, una famosa rivista umoristica di San Pietroburgo. Lejkin cercava giovani collaboratori e l’accordo subito si concluse. Čechov avrebbe scritto oltre a pezzi umoristici anche in maniera regolare una rubrica di cronaca. Fu così che su quell’importante rivista a diffusione nazionale il 20 novembre 1882 apparve il suo primo racconto, naturalmente firmato Čechontè.

Nel 1884 raccolse in un volume le sue novelle migliori e le pubblicò a proprie spese con il titolo Fiabe di Melpomene, che però, forse anche per il titolo ingannevole, venne ignorato dalla critica.

Anton Pavlovič Čechov: la fama

La fama di Anton Pavlovič Čechov, arrivò il 10 dicembre 1885. Quando cioè Lejkin lo presentò ad Aleksej Suvorin. Un ricchissimo editore, fondatore e direttore del più importante quotidiano russo di quel tempo, “Novoe Vremja“. La vera consacrazione letteraria però gli giunse tramite una lettera da parte di Dmitrij Grigorovič, scrittore ma soprattutto massima autorità dell’epoca nel campo della critica letteraria.

Nel 1899 ne tentò la sistemazione definitiva in occasione della pubblicazione della sua opera completa per l’editore Marks. Ripudiò pertanto tutti i racconti scritti nel periodo 1879-1882 e, dei rimanenti, ne scelse duecentocinquanta, i quali furono corretti e spesso rielaborati. Tre ulteriori racconti furono inseriti nella seconda edizione delle opere di Anton Čechov curate dalle edizioni Marks nel 1903.

Il teatro

Le commedie di Čechov rappresentano una pietra miliare della drammaturgia di tutti i tempi. All’inizio del XX secolo, sui suoi testi teatrali il regista Konstantin Stanislavskij elaborò una nuova metodologia della recitazione, per adeguare l’arte drammatica alla espressione di stati d’animo complessi, delle sfumature emozionali di personaggi apparentemente quotidiani, ma portatori di istanze attribuibili ad ogni essere umano. Anatolij Lunačarskij, nella commemorazione cecoviana in occasione del venticinquesimo anniversario dalla morte dello scrittore, disse che ben pochi tra gli scrittori del passato hanno saputo essere così chiaroveggenti e così infallibili nel guidare gli uomini attraverso il labirinto della vita di ieri.

La morte di Čechov

Il 15 febbraio 1904 Anton Pavlovič Čechov lasciò Mosca per Jalta. In questo periodo ebbe frequenti crisi provocate dalla tisi, ma continuò seppur in maniera ridotta a comporre. Difatti scrisse a Stanislavskij di un vago progetto di una nuova opera teatrale, ma la sua capacità creativa sembrava in quel periodo esaurita.

Il 3 maggio, di quello stesso anno dovette mettersi subito a letto. La tubercolosi si estendeva, oltre i polmoni era colpita la regione addominale, il cuore era affaticato e i medici lo sostenevano con iniezioni di morfina. Gli fu consigliato di consultare uno specialista in Germania. Quando si sentì meglio, con l’autorizzazione dei suoi medici, il 3 giugno Čechov partì per Berlino. Qui vi giunse il 5 e il medico dopo averlo visitato, gli disse senza mezzi termini che per lui non c’era alcuna speranza.

Tre giorni dopo, Čechov lascia Berlino per Badenweiler, una stazione termale della Foresta Nera. Seguito da un medico, osservava una dieta a base di burro, di cacao e di farina d’avena, prendeva molto sole e ammirava le montagne. La salute sembrò migliorare in breve tempo ma Čechov cominciò ad annoiarsi, e con la noia prese a inquietarsi. Alla fine di giugno a Badenweiler la temperatura e l’umidità salirono considerevolmente, aumentando le difficoltà di respirazione di Čechov. Il 29 giugno ebbe un collasso, dal quale si riprese ma il giorno dopo ne seguì un altro. Si riprese ancora ma non riusciva ad abbandonare il letto fino al primo luglio del 1904 quando alle tre del mattino silenziosamente morì.

 

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