Crimine, droga e potere. Trame oscure per la conquista del territorio. Da vecchie regole a nuove regole. Tutto cambia affinché nulla cambi. Nel cuore del centro storico di Napoli parte la sfida della camorra. Per un obiettivo semplice e micidiale. Le mani sulla città.

Racket, soldi e piazze di spaccio per prendersi Napoli

Procediamo con ordine. Dalla dissoluzione del clan Di Lauro, storica famiglia criminale retta dallo storico boss Paolo Di Lauro alias “Ciruzzo ‘o milionario” (pare fosse stata questa l’espressione utilizzata da Luigi Giuliano durante una partita a poker con altri banditi mentre dalla tasca di Di Lauro cadde un’ingente quntità di denaro) arrestato nel 2005, la città partenopea ha subito negli anni scossoni criminali senza precedenti. Dalle famose scissioni di Secondigliano, che indebolirono indiscutibilmente il clan, alla totale frammetarietà dei gruppi camorristici odierni. Fino alla situazione attuale.

Attualmente i clan che detengono il potere criminale a Napoli, stando alle ultime ricostruzioni della Dia, sono i Mazzarella, storica famigia di San Giovanni a Teduccio, e l’Alleanza di Secondigliano, di cui fanno parte i Contini, provenienti dal quartiere Vasto, i Licciardi, originari della Masseria Cardone a Secondigliano, e i Mallardo di Giugliano. Le due organizzazioni da tempo si contendono il controllo del territorio napoletano. Nonostante arresti e “decapitazioni”. Napoli è teatro di racket, riciclaggio e narcotraffico. Attività criminali gestite anche da clan emergenti, così come sottolineano gli inquirenti in questi anni, e capeggiati spesso da baby boss. Ragazzini poco più che maggiorenni capaci di sostituire i vecchi codici della camorra attraverso nuove regole. Lusso, ostentazione e stese. Con l’obiettivo di impossessarsi di ulteriori fette di territorio. Ma c’è un perché.

Alla “movida criminale” dei rampolli della malavita resistono per l’appunto il clan Mazzarella e l’Alleanza di Sconsigliano. Che non a caso restano le cosche di camorra più strutturate a Napoli. E non è un caso. Con ogni probabilità la guerra ideologa sul piano criminale fra vecchi e giovani non è mai finita. Ultimo capitolo. Gli arresti di stamattina confemano alcuni ragionamenti. I clan Contini, Licciardi e Mallardo da un lato e i Mazzarella dall’altro non smettono di combattersi. Una faida infinita per contendersi il monopolio della droga in città. E non solo. Al di là degli affari milionari derivanti dall’oro bianco, le due holding camorristiche hanno un obiettivo vero. Preciso. Ottenere l’eredità lasciata ancora vacante dal vecchio boss Paolo Di Lauro. E diventare i capi indiscussi della camorra napoletana.

 

di Sossio Barra

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