Emergono dettagli inquietanti dall’operazione che ha portato a Sant’Antimo al’arresto dell’istruttore di nuoto che abusava della sua allieva 16enne. Prima i complimenti, poi le avances, infine le vere e proprie violenze consumate negli spogliatoi, quando la piscina si sfollava e l’orco restava da solo con la sua giovane vittima.

“Segreti solo nostri”, le diceva, cercando una certa complicità da adulti. Ma la verità è venuta a galla. La 16enne ha raccontato gli orrori subiti ai genitori e i genitori hanno presentato una dettagliata denuncia. Subito sono scattate le indagini e la Procura di Napoli Nord, guidata dal procuratore capo Francesco Grieco, non ha esitato a disporre un’ordinanza di custodia cautelare per l’orco di Sant’Antimo.

Gli abusi sono cominciati due anni fa, quando la ragazzina – una giovane promessa del nuoto nazionale su cui la Federazione teneva gli occhi puntati – aveva appena 14 anni. Il primo abuso nello spogliatoio. L’istruttore di nuoto, 48enne, ha mostrato il suo volto crudo e malvagio dopo una serata di allenamenti, quando non c’era più nessuno a poter frenare le sue pulsioni, i suoi desideri. Da idolo e maestro di sport si è trasformato in un mostro.

La ragazzina non si è più ripresa da questa brutta storia. La sua carriera da atleta e nuotatrice è stata definitivamente spezzata da un incubo. Le medaglie e le coppe che stavano arrivando anche dall’estero hanno smesso di arricchire la sua bacheca di casa. Per lei, adesso, conta vincere un’altra gara, quella psicologica.

Le prove delle violenze subite sono emerse anche dagli accertamenti clinici alle quale si è sottoposta su richiesta della procura. Intanto, dalla Polisportiva Sant’Antimo e dal Centro Sportivo Sant’Antimo, un secco comunicato nel quale si chiarisce che l’istruttore “non collabora più con la struttura“.

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