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Bisogna pensare alla riapertura di negozi, attività commerciali e fabbriche. Il Governo lo sa. L’emergenza coronavirus ha imposto il lockdown per ridurre l’ondata di contagi ed evitare il collasso del sistema sanitario, ma è tempo di pensare al dopo. L’esecutivo guidato da Giuseppe Conte ci sta pensando e, in costante ascolto con il comitato scientifico istituito dalla Protezione Civile, sta elaborando una “exit strategy” per rilanciare la ripartenza.

La “quarantena” oltre il 3 aprile

Un dato è certo: la data del 3 aprile sarà prorogata. A breve il Presidente del Consiglio dei Ministri stenderà un nuovo decreto che allungherà la chiusura del Paese almeno di altre due settimane. Gli italiani dovranno sopportare l’isolamento domestico e la sospensione provvisoria della libertà di movimento almeno fino al 20 aprile. Da lì, una volta trascorse – in casa – le festività pasquali, si potrà pensare a come e quando riaprire cantieri, fabbriche e negozi.

Chi riaprirà per primo: le fabbriche

Secondo quanto riporta Repubblica, la bussola che guiderà il Governo sarà sempre l’importanza strategica dei singoli settori da riattivare. Anzitutto le fabbriche del comparto meccanico, legate comunque alle quattro filiere protette (Sanitaria, agro-alimentare, energia, logistica e trasporti). Ci sarà poi un incontro con sindacati e Confidustria per stabilire a quali condizioni potranno ripartire altri comparti e con quali protocolli di sicurezza sanitaria. Solo dopo si potrà poi pensare alla riapertura graduale di alcune attività commerciali. E non è escluso che essa avvenga a macchia di leopardo, in base all’andamento dell’epidemia nelle varie regioni.

I negozi: riapertura a tappe

A partire dal 20 aprile, ragionevolmente, si potrà pensare a come riaprire gradualmente i negozi. Cartolerie, librerie e abbigliamento. Ovviamente nel rispetto di nuovi protocolli di sicurezza che garantiscano il rispetto del distanziamento sociale e il divieto di assembramenti. Dipendenti e commessi dovranno indossare le mascherine e garantire che i locali all’interno non siano troppo affollati. Per garantire il contenimento del contagio, non si esclude il tracciamento digitale dei contagi come avviene in Corea del Sud soprattutto nel settore dei trasporti.

Gli ultimi che riapriranno saranno invece ristoranti, cinema e bar. Con l’arrivo dell’estate si potrebbe pensare di favorire il servizio all’aperto e garantire il distanziamento, ma non sarà semplice garantire il rispetto delle norme di sicurezza e il pericolo di infrazioni è dietro l’angolo. Per alcune attività si potrebbe pensare a una riapertura a capacità “ridotta”, ad esempio consentire l’accesso a un numero di persone inferiore alla capienza per evitare il pericolo di sovraffollamenti. Ma sono solo ipotesi. Situazione complicata invece per chi fa del contatto diretto la natura della propria professione, come barbieri, parrucchieri e centi estetici.

A pagarne di sicuro le conseguenze peggiori nei prossimi mesi sarà il comparto turistico. Con la pandemia ancora in corso in altri paesi, anche fuori dai confini europei, il settore che rappresenta uno dei fiori all’occhiello dell’Italia e uno dei volani dell’economia al Sud sarà praticamente fermo. Dopo la fine dell’emergenza, il Governo dovrà meditare delle misure a sostegno dei lavoratori stagionali e di tutto il mondo del lavoro che gravita intorno al turismo (agenzie turistiche, tour operator, guide turistiche, bagnini).

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