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Smantellata banda rapina-rolex: 13 arresti anche in Campania

Era una vera e propria organizzazione criminale ben strutturata, che operava attraverso trasferte pianificate nei minimi particolari e un modus operandi preciso. Ogni membro conosceva esattamente il proprio ruolo all’interno del gruppo, impegnato in furti mirati di beni di valore, in particolare orologi di lusso. Il territorio prediletto per agire era quello della Versilia, con una particolare predilezione per Forte dei Marmi. Gli arresti sono scattati a Napoli, Caserta, Foggia, Avellino e Salerno.

Smantellata banda rapina-rolex: 13 arresti anche in Campania

 

Un’ampia indagine condotta dalla Squadra Mobile di Lucca e dal Commissariato di Forte dei Marmi, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo, ha portato all’arresto di 13 individui. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio. L’inchiesta ha fatto luce su un gruppo criminale composto da circa 22 persone, originarie della Campania, specializzate in furti e rapine di orologi di pregio. Tra giugno e settembre 2024, hanno messo a segno diversi colpi non solo in Versilia, ma anche in città come Milano e Torino.

Un sistema ramificato anche all’estero

 

Le attività criminali si estendevano oltre i confini nazionali: i colpi sono stati documentati anche in Spagna (Ibiza), Francia (Nizza, Cannes, Saint Tropez) e Germania (Monaco). Grazie alla collaborazione con le forze di polizia straniere, è stato possibile ricostruire le connessioni internazionali della banda, che poteva contare su una rete di supporto per reperire alloggi, veicoli, documenti e targhe false. L’analisi delle immagini di videosorveglianza è stata fondamentale. Un membro è stato riconosciuto per aver indossato lo stesso paio di scarpe in tre diverse occasioni; un altro è stato identificato grazie al riflesso del suo volto nello specchietto retrovisore di una moto, in una foto scattata durante un’osservazione.

Tecniche e ruoli ben definiti

 

Il piano d’azione era sempre lo stesso: i rapinatori, in sella a motociclette e affiancati da complici su auto di supporto, perlustravano le vie più trafficate delle località turistiche. Una volta individuata la vittima, la seguivano e, al momento opportuno, la aggredivano per strapparle l’orologio, spesso con violenza, anche contro persone anziane.

Ogni componente della banda aveva un compito specifico: c’erano gli esecutori materiali, gli addetti alla logistica, chi si occupava del trasporto dei mezzi e chi pianificava i movimenti all’estero. Le rapine seguivano lo stesso schema anche fuori dall’Italia, sempre con una dinamica aggressiva e rapida. Al vertice del gruppo c’erano due soggetti che, pur essendo detenuti a Ibiza per reati simili, continuavano a guidare l’organizzazione: selezionavano i membri, indicavano le mete e gestivano le risorse economiche per finanziare gli spostamenti. Alcuni membri si occupavano di trovare sistemazioni temporanee per le “trasferte del crimine”. L’organizzazione era dinamica, capace di cambiare meta all’ultimo momento in base alle opportunità, come grandi eventi sportivi, che garantivano la presenza di turisti facoltosi.

Fuga rapida e mezzi “fantasma”

 

Dopo ogni colpo, gli scooter usati venivano immediatamente caricati su furgoni e nascosti in aree isolate per eludere i controlli. Questa logistica veloce e precisa ha reso difficile per le forze dell’ordine intercettarli subito dopo i furti. Alla maxi operazione hanno partecipato anche le Squadre Mobili di Napoli, Caserta, Foggia, Avellino e Salerno, con il supporto del Reparto Prevenzione Crimine Campania.

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