Arriva una condanna in primo grado a dodici anni e otto mesi di reclusione per Maria Licciardi, la lady camorra indicata dalla DDA come la madrina del clan dell’Alleanza di Secondigliano.

Napoli, condanna a dodici anni di carcere per Maria Licciardi

E’ il verdetto emesso parte del gup di Napoli, così come anticipa il Mattino. Decisive le intercettazioni raccolte dai carabinieri del Ros grazie a una cimice installata nell’abitazione dove viveva la sorella del boss Gennaro, uno dei fondatori dell’Alleanza. Tra i reati contestati un’ipotesi di turbativa d’asta.

Secondo l’accusa, la Liccardi intervenne nel bando legato all’acquisto di una casa. Il suo ruolo, poi, sarebbe emerso anche in altre circostanze delittuose, in particolare sarebbe stata responsabile di una serie di estorsioni (alcune delle quali derubricate a violenza privata).

A capo del clan

Al termine della sentenza, il giudice la indica come capo dell’associazione per delinquere targata clan Licciardi. Si tratta della seconda condanna inflitta alla Licciardi, che è stata difesa daglio avvocati Bruno Larosa e Edoardo Cardillo: circa vent’anni fa venne condannata a dieci anni di reclusione ma nella veste di affiliata al clan di Secondigliano.

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