Partecipa ad un covid party in una chiesa e due settimane dopo muore per Covid-19. E’ l’incredibile storia di Carsyn Leigh Davis, 17 anni, di Fort Myers, negli Stati Uniti.

La 17enne, che aveva malattie pregresse, è stata curata a casa per una settimana prima di essere portata in ospedale. Qui è deceduta lo scorso 23 giugno dopo essere risultata positiva al virus.

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Stando ad una prima ricostruzione la ragazza infatti era stata accompagnata dalla madre – l’infermiera Carole Brunton Davis, fervente antivaccinista – a un covid party in chiesa con l’intenzione di esporla intenzionalmente al contagio e nella convinzione che la figlia, immunodepressa perché in passato malata di cancro, se la sarebbe cavata.

La giovane ha così contratto il coronavirus, ma la malattia si è rivelata subito molto aggressiva. Sua madre l’ha curata prima con azitromicina, un farmaco senza benefici noti per COVID-19, poi con idrossiclorochina, medicinale che negli Stati Uniti è stato rimosso dalla lista di quelli utili per curare il Coronavirus). Infine le ha infuso ossigeno erogato da una macchina portatile di proprietà del nonno.

I genitori della ragazza hanno rifiutato il suo ricovero in ospedale il 19 giugno, ma quando le sue condizioni sono apparse disperate è stata intubata. Ormai era troppo tardi per la ragazza, che nel giro di poche ore è deceduta. Negli ultimi due giorni,i medici hanno tentato il tutto per tutto somministrandole plasma, ma non è servito a niente. Il quadro clinico della diciassettenne era irrimediabilmente compromesso.

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