Rubato dalla camorra nel 1989 era sparito per anni. Poi ha fatto la sua ricomparsa nel 2016 e oggi finisce all’asta. Si tratta di uno dei cimeli più importanti di Diego Armando Maradona: il pallone d’oro assegnato ai mondiali del Messico del 1986, l’anno della “mano de dios” contro l’Inghilterra.

Il Pallone d’Oro di Maradona rubato dalla camorra: oggi va all’asta

Custodito nelle cassette di sicurezza del Banco di Napoli, fu trafugato da otto membri del clan Misso durante una rapina all’istituto di credito. Maradona era così legato a quel trofeo che, secondo indiscrezioni, si sarebbe rivolto persino ad alcuni esponenti del clan Lo Russo di Miano per tornarne in possesso. Gli fu detto che però probabilmente fu fuso e trasformato in lingotti d’oro.

Così non fu. Nel 2016 il prezioso riconoscimento saltò fuori in mezzo ad altri oggetti preziosi durante un’asta e finì tra le mani di un ex gallerista franco-algerino che se ne appropriò. Dopo sette anni di indagini e di esami 3D si ebbe la conferma: quel Pallone d’Oro era quello assegnato al numero 10 in occasione dei mondiali messicani.

La famiglia vuole bloccare la vendita

Oggi quel bene va all’asta. L’incanto è previsto per il prossimo 6 giugno e il valore oscilla tra i 12 e i 15 milioni di euro. La famiglia di Maradona, appresa la notizia, ha già dato mandato agli avvocati di bloccare l’asta, rivendicandone la proprietà. A parlare i figli Diego junior, Dalma e Giannina: “Papà ci chiedeva sempre di quel Pallone, e avrebbe voluto averlo. Se è stato ritrovato è suo, e quindi nostro che ne siamo gli eredi” sostiene Diego jr al Corriere del Mezzogiorno, che promette battaglia “i nostri avvocati sono allertati, aspetteremo l’esito delle nostre verifiche, e poi eventualmente bloccheremo l’asta”.

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