Una nuova vita in Messico, con moglie del posto e figli. Giulio Perrone, narcotrafficante per potenti clan della camorra come Polverino e Tolomelli, è stato arrestato dopo 19 anni di latitanza anche se aveva fatto perdere le sue tracce già dal 1994, un anno dopo il suo arresto e pochi mesi dopo la sua scarcerazione.

Originario di Gragnano, 65 anni, Perrone (specializzato nel traffico internazionale di cocaina ma in passato si occupava anche di contrabbando e prostituzione) adesso faceva l’imprenditore e si faceva chiamare Saverio Garcia Galiero. Per le autorità messicane era praticamente un clandestino. Il secondo cognome della false generalità era però quello della madre.

E proprio quello l’ha tradito, insieme a un documento palesemente contraffatto e ai tanti post sul suo profilo Facebook. L’arresto è stato eseguito direttamente dall’Agencia de Investigacion Criminal (Aic), in collaborazione con l’Ufficio Interpol di Città del Messico, a Ciudad Madero, a poca distanza dalla sua abitazione di Tampico, nello Stato di Tamapuilas, nel nord del Messico, a pochi chilometri dal confine con gli Stati Uniti.

La zona dove è stato catturato è la roccaforte dei cartelli dei narcos messicani più spietati, con cui sarebbe entrato in affari. E’ stato subito espulso ed accompagnato in aereo a Fiumicino. Adesso Perrone è stato estradato in Italia dunque e dovrà scontare oltre 20 anni in carcere.

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