Nelle prime ore della mattinata odierna, nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia -, i Carabinieri della Stazione di Macerata Campania (CE) hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dall’Ufficio GIP presso il Tribunale di Napoli, nei confronti di Francesco Mastroianni (cl ’58) gravemente indiziato dei reati di detenzione illegale in concorso di armi, di cui una clandestina.

L’attività investigativa, condotta nel mese di giugno del 2016, è stata sviluppata mediante intercettazioni ambientali in carcere corroborate da mirati servizi di riscontro. In particolare, il 27 giugno 2016, i Carabinieri della Stazione di Macerata Campania, al fine di riscontrare i risultati delle intercettazioni ambientali dei colloqui tenuti in carcere dal citato Mastroianni con la moglie Bellone Maria Rosa, eseguirono una perquisizione domiciliare presso l’abitazione dei predetti e rinvennero, in un garage di cui la Bellone aveva la disponibilità delle chiavi e del telecomando, 3 pistole, di cui una con matricola abrasa oltre a munizionamento vario. Per esigenze investigative non fu svelata la vera causale della perquisizione eseguita che portò all’arresto della Bellone alla successiva sottoposizione della stessa alla misura cautelare.

La successiva lettura dei contenuti delle intercettazioni ambientali dei colloqui in carcere, avvenuti l’11 ed il 18 giugno 2016, puntualmente riscontrati con l’arresto eseguito nei confronti della donna ha permesso di accertare l’effettiva disponibilità delle armi etunizionamento rinvenuti in capo a Francesco Mastroianni il quale, dopo la sua traduzione in carcere, ha, di fatto, continuato a detenerle attraverso la moglie. Evidente, infatti, lo scambio comunicativo captato durante i colloqui tra i due coniugi: nel primo iMastroianni ordinava alla moglie di spostare “..quella cosa..” dal luogo in cui si trovava al soppalco del garage nel secondo quest’ultima dà conferma al proprio marito di aver eseguito “l’ordine” impartitole (.. le ho tolte quelle cose..). Il Gip, concordando con la richiesta di misura coercitiva, anche per quanto riguarda la valutazione di sussistenza di concrete ed attuali esigenze cautelari, ha disposto,  nei confronti dell’uomo la custodia cautelare in carcere.

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