Usava la formula del Couchsurfing, un servizio gratuito di scambio di ospitalità, per attrarre le giovani delle quali poi abusava. Dino Maglio, all’epoca carabiniere a Teolo (Padova), le sedava e poi le violentava. Tutto è iniziato nel 2014 con la denuncia di una diciassettenne australiana che gli ha comportato una condanna a sei anni e mezzo.

Dopo di lei, una ragazza americana e altre giovani, polacche, canadesi, portoghesi, ceche, tedesche, statunitensi e di Hong Kong. Ma, stando all’inchiesta del pm, sarebbero in tutto 16 le ragazze violentate dall’ex carabiniere 38enne attualmente ai domiciliari a Tricase (Lecce). Altre 14 dopo quelle che le hanno portate al primo processo e alla prima condanna.

Tutte erano cadute nella sua rete grazie alla piattaforma Couchsurfing.com, dove Maglio offriva il suo appartamento all’Arcella per pernottare durante il soggiorno in Veneto. Il militare – come riporta Il Corriere del Veneto – offriva alle ragazze un mix di alcol e Tavor per stordirle e abusare di loro.

L’inchiesta bis ha portato a diciassette i capi d’imputazione da cui l’ex carabiniere dovrà difendersi di fronte al giudice, tra cui violenza sessuale aggravata, stato di incapacità procurato mediante violenza e concussione, oltre a una causa dei carabinieri per danno d’immagine.

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