Omicidi, esecuzioni e fibrillazioni interne. La camorra in Campania è più forte che mai. A confermarlo la Relazione semestrale della DIA, la Direzione Investigativa Antimafia, che due volte all’anno aggiorna la mappa criminale di tutte le mafie operative in Italia.

La situazione generale. Frastagliata e complessa la situazione a nord di Napoli, sia nei quartieri periferici del capoluogo che in provincia. “Nell’area settentrionale della provincia di Napoli gli assetti criminali appaiono dinamici – si legge nella relazione -, con la gestione del mercato degli stupefacenti che rappresenta il principale motivo delle frizioni che si sono registrate anche nel semestre. Rimane pregnante, in alcuni territori, la presenza del clan Moccia di Afragola, attraverso gruppi collegati. Analoga considerazione può essere estesa alle famiglie Mallardo e Nuvoletta-Polverino che, nelle rispettive zone di influenza, manterrebbero il controllo delle attività illecite”.

Scampia e Secondigliano. Nei quartieri di Scampia e Secondigliano dominano principalmente due gruppi criminali, entrambi vecchie “costole” del clan Di Lauro di quel Ciruzzo ‘O Milionario che ha tenuto insieme una vasta confederazione criminale a nord di Napoli per quasi un ventennio, prima dello scoppio della seconda faida di camorra che ha disgregato il vecchio cartello in una serie di cellule indipendenti. Oggi a Secondigliano, fino ai rioni Berlingieri e Perrone e al comune di Casavatore, dominano i Vanella-Grassi, gli  “girati”, tutti giovanissimi, il cui boss, Umberto Accurso, appena 24enne, è di recente finito in manette dopo una latitanza durata due anni. L’altro gruppo egemone a Scampia è invece quello degli Abete-Abbinante-Notturno. La cosca gestisce alcune delle piazze più redditizie dell’intera città (case dei Puffi, Sette Palazzi, Chalet Bakù). Secondo una recente informativa degli investigatori, il sodalizio avrebbe messo gli occhi sulla roccaforte degli Amato-Pagano, Melito, come sembrerebbe dimostrare, nel maggio 2016, il ferimento di Pierino Caiazza, zio e fratello di tre uomini degli Amato-Pagano, avvenuto sull’asse mediano nei pressi di Afragola. Poche ore più tardi arrivarono in via Cicerone gli arresti di tre uomini, ritenuti affiliati proprio agli Abete-Abbinante-Notturno. Le manette scattarono a pochi passi dalle palazzine popolari, note con il nome di parco X.

Miano-Chiaiano. I Lo Russo sono stati schiacciati da arresti, pentimenti e omicidi. Dopo l’arresto dell’ultimo dei tre fratelli, Carlo, la storica famiglia egemone del traffico di droga nei quartieri Miano e Chiaiano è allo sbando. Le piazze di spaccio dei “Capitoni”, quelle di via Janfolla e via Miano sono praticamente ferme. Nessun clan ha ancora il coraggio di prendersele, dichiarando apertamente guerra ai Lo Russo. L’ultima mazzata è stata il duplice omicidio dei Carlo Nappello avvenuto nel cuore di Miano. I Nappello avevano raccolto l’eredità dei Lo Russo, ma anche il loro potere vacilla, come dimostrato dai 5 rapinatori affiliati al gruppo e finiti in manette lo scorso 3 giugno. In questa situazione di instabilità, ad approfittarne sarebbero i Licciardi. Il clan di Masseria Cardone, pilastro storico dell’Alleanza di Secondigliano, è l’unico che potrebbe sfruttare il vuoto di potere a nord di Napoli allungando i propri tentacoli anche sulle zone dei Lo Russo, con cui hanno mantenuto negli ultimi tempi un patto di non belliggerenza, favorito anche dalla presenza di un nemico comune: Walter Mallo. Ma Mallo, insieme ai suoi più preziosi luogotenenti, è finito alla sbarra e in circolazione ci sarebbero una quindicina di affiliati al suo gruppo emergente che però si starebbero limitando a gestire gli affari del rione Don Guanella senza sfidare gli altri clan.

La polveriera di Melito. I fermenti maggiori, spiega la DIA, si registrano invece a Melito, nell’area di influenza del clan Amato-Pagano, dove sono stati compiuti alcuni omicidi riconducibili a due dinamiche: una esterna e una interna. Quella interna è di riassestamento. Quella esterna è collegata ai contrasti con i gruppi degli Abete-Abbinante-Notturno, operativi a Scampia e già in passato in contrasto con gli Amato-Pagano. La cosca degli “Scissionisti” avrebbe di recente subito un nuovo duro colpo con l’arresto del baby-boss D.A., 17 anni, considerato già un boss e ritenuto responsabile di un duplice omicidio di Alessandro Laperuta e Mohamed Nuovo in via Giulio Cesare.

I tentacoli del clan Moccia e la Tav di Afragola. Il potere dei gruppi secondiglianesi si ferma a Casavatore, dove proliferano le ramificazioni criminali dei Vanella-Grassi di Secondigliano. Ma nello stesso comune operano anche i Moccia, storico clan egemone ad Afragola. “Referenti di quest’ultimo clan – spiega la relazione – controllerebbero anche i comuni di Casoria, Cardito, Carditello, Frattamaggiore, Frattaminore“. La DIA spiega altresì che nei comuni di Afragola e Casoria si è registrata un’intensificazione delle tensioni criminali: diversi pregiudicati sono stati gambizzati. Erano tutti “implicati nella gestione delle piazze di spaccio: tali episodi potrebbero costituire parte di un unico disegno criminoso, teso a modificare gli equilibri nello smercio delle sostanze stupefacenti”. Ma più che la droga è la costruzione dalla TAV ad aver acceso gli appetiti criminali e i malumori all’interno della cosca, come dimostrebbe l’uccisione del colletto bianco Salvatore Caputo.

La situazione di Giugliano. Nonostante il predominio del clan Mallardo, è molto tesa anche la situazione a Giugliano, dove si continua a sparare. Al centro delle indagini le frizioni interne al clan e i tentativi di scissione intrapresi dal gruppo dei “Paparella” di via Montessori. Aniello Di Biase e Silvano Ciccarelli, ritenuti esponenti della cellula scissionista, sono stati gravemente feriti nell’agguato consumatosi in via San Vito lo scorso 3 febbraio. Ancora da inquadrare, invece, il duplice omicidio di Emanuele e Vincenzo Staterini, trucidati nella tabbaccheria Di Marino in Corso Campano il 25 maggio e ritenuti imparentati con il boss del rione Sanità. Secondo una pista investigativa, anche la loro esecuzione rientrerebbe nell’ambito dell’epurazione interna alla cosca dei “Carlantonio”.

Il “duopolio” a Villaricca. Nel piccolo comune dell’hinterland giuglianese operano, invece, due grandi famiglie criminali, che però costituirebbero un unico cartello. I Ferrara e i Cacciapuoti. I due clan si associano “temporaneamente per conseguire obiettivi criminali comuni, anche attraverso gruppi collegati, come il clan Ruocco. Nei confronti di quest’ultimo, nel mese di maggio, il Centro Operativo D.I.A. di Napoli ha eseguito il sequestro, tra il capoluogo campano e Roma, di cinque società, diversi beni immobili e disponibilità finanziarie per un valore di circa un milione di euro, nella titolarità di un affiliato al menzionato clan, dedito alla commissione dei delitti di estorsione, detenzione e porto di armi, truffe, rapine e ricettazione”. Recente l’arresto di Domenico Cacciapuoti, nipote del boss omonimo, che aveva stretto legami con il gruppo di Walter Mallo, il baby-boss del rione Don Guanella con cui era entrato in “affari” nel settore delle estorsioni.

Le mani dei clan di Marano sulle pubbliche amministrazioni. Anche a Marano continuano a dominare due grandi consorterie criminali. I Nuvoletta e i Polverino, con il gruppo autonomo degli Orlando, di recente colpito da un maxi-blitz che ha portato all’arresto di 21 persone. I “Carrisi” si sono progressivamente distaccati acquisendo autonomia  e potere grazie alla loro spietatezza. Ma ad essere smantellata è l’ala imprenditoriale della camorra maranese: sotto sequestro è finita l’aria PIP. La magistratura ha portato alla luce i recenti legami dei Polverino con i cugini Antonio e Pasquale Di Guida, consiederati dalla Procura i prestanome del clan.

Sant’Antimo, Casandrino, Grumo Nevano. Frastagliata la situazione criminale a S’Antimo, territorio dove non si registrano sostanziali modifiche nel tessuto criminale. Le estorsioni e lo spaccio di droga costituiscono i principali introiti illeciti di diverse famiglie, spesso alleate tra di loro. I Verde, Puca, Ranucci, Petito, D’Agostino, Silvestre. A Casandino domina il clan Marrazzo, a Grumo Nevano il clan Aversano.

Acerra, Casalnuovo e Volla. Situazione sostanzialmente immutata anche negli altri comuni dell’area nord di Napoli. Ad Acerra è radicato il gruppo Di Buono, satellite del clan Moccia di Afragola. aPer quanto riguarda i limitrofi comuni di Casalnuovo e Volla, permane l’operatività dei clan Rea-Veneruso e Piscopo-Galluccio, antagonisti per il controllo delle estorsioni e del traffico di stupefacenti.

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