“Ti chiedo scusa amico mio, non avevo intenzione di farti del male”: così si conclude così la lettera che il tredicenne che ieri ha colpito con un coltello il compagno di scuola ha scritto al Mattino.

“Dopo aver letto i vari articoli pubblicati sono disperato”, spiega, “e mi rivolgo a voi per far sapere la verità. Sono io il tredicenne che ha trovato per caso il coltellino fuori scuola, e per gioco, lo ho provato prima su di me e ho detto “guarda come punge” e poi al mio compagno ho ripetuto: “punge proprio””.

 Il ragazzino racconta cosa è successo lunedì in classe, spiegando: “Io stavo scherzando non avevo intenzione di fargli del male. Quando ho capito che gli ho fatto male gli ho chiesto scusa e gli ho dato un bacio sulla guancia. Dopo ho preso due o tre fazzoletti per aiutarlo. Lo so che ho sbagliato, anche solo il gesto non si dovrebbe fare. Eravamo in classe seduti vicino, non credevo che una cosa come questa portasse a tutto ciò. Stavo seduto accanto al mio amico, non avevamo litigato, anzi stavamo “pariando”. Lui in principio non si è nemmeno arrabbiato, ha smesso di parlarmi solo quando sono arrivati i suoi genitori.”

Si evince dalla lettera, e dal grande cuore che la conclude, che “l’accoltellatore” è poco più che un bambino che non si rende pienamente conto della gravità di quanto successo. Un banale scherzo che ha rischiato di trasformarsi in tragedia.
Uno scherzo assurdo, pericoloso e sbagliato, sottolinea la mamma del ragazzino, ma non un’aggressione violenta. Il direttore scolastico regionale, Luisa Franzese, ha già inviato un ispettore nella scuola. “Ci sono ragazzi che vivono situazioni difficili su di loro bisogna lavorare molto e studiare tutti i possibili interventi.».
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