L’ufficio legale del Comune ai raggi x. Ecco cosa è accaduto nelle scorse settimane, mentre tutti erano in vacanza, distratti dagli appuntamenti estivi o disinteressati per quieto vivere o pigrizia. Storie, intrecci, sviluppi di una vicenda che,  in altri tempi, avrebbe scatenato un vespaio di polemiche e che invece, stranamente (ma poi nemmeno tanto), sta passando sotto silenzio. Nessuno si espone, nessuno commenta, in primis i rappresentanti dei partiti, sia di maggioranza che di opposizione.

 

Nel mirino dell’amministrazione cittadina è finito intanto un avvocato che per molto tempo, pur senza un effettivo contratto di consulenza con l’Ente, ha curato alcune pratiche comunali, svolgendo per giunta la propria attività nei locali del municipio. Il caso è scoppiato qualche settimana fa, quando dopo l’ennesima denuncia anonima i vigili urbani hanno compiuto un blitz nell’ufficio legale dell’Ente. In quell’occasione gli agenti della polizia municipale constatarono l’effettiva presenza della consulente legale, certificando nel contempo l’anomalia della situazione. Quel verbale è poi finito sulla scrivania del comandante dei caschi bianchi, il colonnello Claudio Cappuccio, e del segretario generale del Comune, Brunella Asfaldo. Proprio quest’ultima, in precedenza, aveva intimato alla giovane professionista di mettere fine all’inconsueta prassi. Un invito che sarebbe tuttavia caduto nel vuoto, spalancando così le porte all’intervento delle forze dell’ordine.

 

Ma come si è arrivati a questo stato di cose? La vicenda trae origine da una serie di missive pervenute al Comune e tutte sottoscritte da un gruppo di sedicenti avvocati della città, che relazionava i vertici dell’Amministrazione Liccardo sulla presenza in tribunale di un avvocato “costituitosi a più riprese in giudizio e a difesa degli interessi dell’ente cittadino pur non essendo ufficialmente convenzionato con esso”.

 

Denunce, situazioni conclamate che hanno spinto l’Ente ad aprire un procedimento disciplinare nei confronti della responsabile del settore legale, anch’ella da tempo al centro di un’estenuante querelle. Si tratta dell’avvocato Tiziana Di Grezia, in passato consulente legale del Comune e poi assunta, tra il 2010 e il 2011, sulla scorta di un concorso e con un contratto a tempo indeterminato. Un’assunzione contestata a suo tempo dalla Cgil, da qualche esponente politico e ritenuta “illegittima” da alcuni dipendenti comunali, firmatari di numerosi esposti e denunce. Contro la titolare dell’ufficio legale, che avrebbe in qualche modo avallato lo stato di illegalità venutosi a creare all’interno del proprio settore, potrebbero scattare provvedimenti molto drastici: una sospensione dal lavoro per lungo tempo, forse per almeno cinque-sei mesi o provvedimenti di altra natura.

 

A deciderlo sarà tuttavia un’apposita commissione, chiamata a mettere la parola fine su una vicenda che rischia di minare la credibilità dell’ufficio legale, da sempre nevralgico e strategico per il Comune di Marano. Provvedimenti più incisivi potrebbero essere attuati anche contro l’avvocato che, in maniera del tutto impropria, ha prestato servizio per l’ente comunale. Non si esclude infatti il ricorso a nuovi blitz e all’intervento dei carabinieri, nel caso in cui si dovessero registrare ulteriori resistenze, tutte tese a consolidare una situazione di rapporto di lavoro di fatto: presupposto che costituirebbe il viatico per un ricorso al giudice del lavoro, con l’eventuale richiesta di un sostanzioso indennizzo o, ma si tratta di un’ipotesi che difficilmente troverebbe riscontro, di un’assunzione al Comune.

 

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