Napoli. Pistole, munizioni, coltelli ed addirittura un kalashnikov. Un vero e propio arsenale della camorra è stato sequestro dagli agenti del commissariato di Scampia nel corso di alcune perquisizioni domiciliari tra i quartieri di Piscinola, Marianella, Chiaiano e Miano, area dove in corso uno scontro per il riassetto degli equilibri criminali. In manette sono finiti padre e figlio: Antonio Amato, di 57anni, ed il figlio Vittorio, di 30anni, quest’ultimo cugino di Salvatore Corrado, vittima di un agguato di camorra, due settimane fa, ucciso insieme a Domenico Sabatino, nel quartiere Miano.

I due sono ritenuti alleati ai Nappello, gruppo criminale vicino ai vecchi capi e attivo nella periferia Nord, dove è in corso una guerra a colpi di omicidi e ferimenti tra elementi emergenti della criminalità organizzata. La zona fino a poco fa era considerata la roccaforte del clan Lo Russo, i cosiddetti Capitoni, ora messi in ginocchio da numerosi arresti e pentimenti eccellenti, tra cui per ultimo quello del ras Carlo Lo russo che sta raccontando i segreti della cosca all’Antimafia.

Non è escluso che l’arsenale finito sotto chiave servisse proprio ad Antonio e Vittorio Amato per preparare una vendetta contro gli storici affiliati del clan dei Capitoni dopo l’omicidio di Salvatore Corrado. Una risposta armata necessaria a non soffocare sotto i colpi della vecchia guardia del clan che ancora comanda tra Miano e Piscinola.

Scissioni e vuoti di potere hanno reso l’area di nuovo instabile. Da un lato cellule interne che vogliono approfittare della fine dei Lo Russo per prendere il loro posto. Dall’altro +storiche famiglie criminali come Di Lauro e Licciardi che sarebbero alla finestra in attesa di evoluzioni. Infine il gruppo di Walter Mallo, che pure aveva tentato la guerra con i Lo Russo, è stato definitivamente smantellato ieri con l’arresto di Rudi Rizzo, altro fedelissimo del baby boss finito In cella.

 

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