Il piccolo M. era stato dichiarato alla nascita come appartenente al SESSO femminile, ma ulteriori accertamenti eseguiti presso la Neonatologia del Policlinico Universitario di Palermo avevano accertato un corredo cromosomico del tutto compatibile con l’appartenenza al sesso maschile.

La famiglia ha avviato, quindi, la procedura per il cambio di sesso da femmina a maschio presso l’anagrafe del comune di nascita. Il caso è stato poi affidato a Marcello Cimador, associato di Chirurgia pediatrica e responsabile dell’Urologia pediatrica, che ha pianificato la strategia chirurgica per restituire al piccolo M. la sua identità di maschio, con dei genitali appropriati al proprio sesso cromosomico.

In due distinti interventi è stato prima ricostruito il pene e la via urinaria intra-peniena mentre nei giorni scorsi si è provveduto ad asportare l’utero e la vagina con una tecnica combinata laparoscopica e tradizionale, coadiuvato in questo caso da Renato Venezia, responsabile della Ginecologia dello stesso Policlinico di Palermo.

“Sovente in passato in questi bambini venivano mantenuti i genitali femminili, a causa dell’alta complessità di eseguire una genitoplastica mascolinizzante – dichiara Cimador -. Era poco conosciuta la cosiddetta ‘androgenizzazione cerebrale’ ovvero l’esposizione del cervello del feto e del piccolo bambino agli ormoni androgeni che orientano sessualmente l’individuo verso la mascolinità, col risultato di avere dei soggetti che si sentivano maschi in tutto tranne per il fatto di avere dei genitali di femmina”.

Fonte: AdnKronos

continua a leggere su Teleclubitalia.it
resta sempre aggiornato con il nostro canale WhatsApp