Napoli. L’omicidio di Ivan Maietta, 37enne freddato in via Catone a Soccavo, nel rione Traiano, apre inquietanti scenari sulla faida di camorra che sta insaguinando l’area flegrea del capoluogo. Qui, a farla da padrone, sono soprattutto i Vigilia, clan storico che, dilaniato anche da ribellioni interne, sta cercando di mantenere il potere contro le alzate di testa di alcuni sottogruppi criminali.

L’ipotesi. Tra questi ci sarebbe anche quello della famiglia Petrone, a cui Maietta era imparentanto. I Petrone sono attivi da sempre nel traffico di stuperacenti. Qualche scontro dagli aspetti per ora sconosciuti sulla gestione delle piazze di spaccio deve aver alzato il livello dello scontro. Vittima di questo contrasto è stato il 37enne di Soccavo. Sui motivi, però, faranno luce gli investigatori.

Le nuove alleanze. I Vigilia, egemoni nel rione Traiano, avrebbero stretto alleanza con i Marfella-Pesce per rafforzarsi e respingere le pretese criminali di altri gruppi in ascesa, come il gruppo Mele, anch’esso al centro di una sanguinosa faida nelle strade di Pianura. Nell’ambito di questo quadro di alleanze e sodalizi camorristici, dovrebbe rientrare anche la morte di Stefano Adamo, 42enne trucidato meno di due settimane fa a Soccavo, in via Antonino Pio. La morte di Adamo è da inquadrare, secondo fonti investigative, nell’operazione di “riordino” in seno al clan Vigilia. Assetti criminali dovuti all’ingresso di nuovi “ras” all’interno dell’organizzazione.

Due piste. Non si esclude che la morte di Maietta e quella di Adamo siamo collegate. Due dunque le piste battute dagli inquirenti per ricostruire il retroscena dell’agguato di ieri sera: una punizione del clan Vigilia del rione Traiano per soffocare le ambizioni di nuovi gruppi criminali attivi nel traffico di droga, oppure il risultato di un’epurazione interna alla cosca flegrea.

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