Marano. Durante il suo mandato di sindaco di Marano (1993-2006), Mauro Bertini, 72 anni e ancora tanta energia da spendere, sarà stato querelato perlomeno 22-23 volte, quasi sempre per diffamazione. Un vero record. La maggior parte delle denunce sono state ritirate da chi le ha prodotte, altre, invece, sono andate in prescrizione. Tre o quattro querele (l’ex Primo cittadino ha perso il conto esatto) ,  le ha ricevute da consigliere comunale di minoranza, ruolo che svolge ininterrottamente dal 2011.

Per una di questa, quella fattagli dall’ex dirigente dell’area economico-finanziaria ai tempi di Perrotta sindaco, è ancora in corso di svolgimento il procedimento penale (ne abbiamo parlato ampiamente ieri).

Ma Bertini, le querele, non le ha solo ricevute, le ha pure fatte, e due sono ancora in corso: quella nei confronti dell’ex sindaco Antonio Spinosa, quando era segretario di Futuro e Liberà e dell’attuale consigliere di minoranza Biagio Baiano.

L’anno topico è stato il 2005. Bertini fu denunciato dall’assistente sociale, oggi pensionata, Anita Iorio, per ingiurie. La dipendente chiese spiegazioni sulle ultime nomine dirigenziali del tempo e Bertini le avrebbe risposto in maniera sboccata (“Mi stai sul c…”). Un mese prima a denunciarlo per ingiuria e diffamazione fu Vincenzo Perrotta, all’epoca vigile urbano, responsabile dei servizi cimiteriali. Il dipendente non gradì una dichiarazione fatta da Bertini al giornale l’attesa sulla questione dei loculi abusivi. In quel periodo, depositò direttamente alla Procura della Repubblica una denuncia per diffamazione contro Bertini la buonanima di Gianfranco Scoppa, all’epoca capogruppo consiliare di Alleanza nazionale che poi decise di togliere, nonostante il processo stesse in una fase avanzata, qualche anno prima di morire. Anche gli ultimi commissari prefettizi, quelli che si insediarono a settembre 2004, in seguito allo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni malavitose, fecero un esposto contro Bertini. Nel 2001, Bertini, questa volta assieme all’ex assessore Massimo Nuvoletti, fu querelato da Donato Moio e Isidoro D’Ambra, all’epoca priori di due congreghe del cimitero, in seguito a esternazioni fatte durante una trasmissione televisiva, intitolata “Filo diretto”. La disputa giudiziaria si è risolta in appello positivamente per Bertini. Qualche anno fa si è conclusa con un accordo bonario anche la querela, andata avanti per diversi anni, sporta ad aprile 2004 da Antonio Di Guida (ex assessore provinciale), accusato da Bertini di pescare voti nella camorra. In precedenza, un’altra vicenda giudiziaria, conclusasi con la prescrizione, vide contrapposti i due personaggi: fu Bertini, questa volta, a querelare il Di Guida in seguito alle dichiarazioni rese da quest’ultimo durante la seduta consiliare del 23 settembre 1995. Di Guida (all’epoca militante della Democrazia cristiana) affermò che il sindaco, in qualità di amministratore della Comunità Artigiana (cooperativa di imbianchini gestita da Bertini e poi fallita) ottenne concessioni illegittime dall’ex sindaco Credentino, scomparso già da diversi anni.

A carico di Bertini risultano i seguenti precedenti di polizia: denuncia a piede libero dalla Tenenza di Marano del 14 marzo ’95 per falsità ideologica unitamente a tutta la giunta comunale, alla ditta Vimagas e al responsabile dell’ufficio tecnico dell’epoca; denuncia  a piede libero della Tenenza di Marano del 23 ottobre ’95, perché accusato, unitamente alla giunta comunale, di aver mantenuto un’area non recintata utilizzata come discarica di rifiuti solidi urbani; procedimento penale della Procura della Repubblica di Napoli del 28 febbraio 2001, in ordine ai reati di cui all’art.590 del codice penale (lesioni personali e colpose) e 673 (omesso collocamento o rimozione di segnali o ripari). Infine Bertini è stato assolto con formula piena sia dei reati di corruzione che di abuso d’ufficio e omissione atti d’ufficio. Recentemente si è risolto anche il processo (per sopravvenuta prescrizione) per diffamazione a mezzo stampa, dietro querela fattagli da Antonio Menna. Bertini era imputato per aver diffamato, nel 2007, attraverso il bollettino L’Altra Marano, l’ex assessore e consigliere comunale Antonio Menna (noto scrittore), il quale presentò denuncia alla Tenenza dei carabinieri di Marano.

Non l’imbarazza questo record? “Assolutamente no – risponde Bertini – La verità ha la priorità su tutto: qualche volta, però, la verità fa male. Dalle nostre parti non è grave che uno sia camorrista, ma che qualcuno glielo dica”.

Di Mimmo Rosiello       

 

 

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