Se Gonzalo Higuian gioca con la tua maglia, se questo campione difende i tuoi colori segnando 29 reti, se questo campione ti regala l’ennesima vittoria nessuno può dire nulla. I giocatori si hanno o non si hanno e lui veste la maglia numero 9 del nostro amato Napoli. Una vera divinità che quando decide di usare i suoi poteri nessuno può nulla, anche i poteri forti. La gara è strana, sicuro non bella.
Sarà rassegnazione, sarà sconforto, sarà schifo per quello che è successo a Torino, certo è che il Napoli con Genoa sembra svogliato, poco concentrato, poco fortunato anche. Il Genoa è ben messo in campo e sembra non voler solo fare le barricate. Lo svantaggio azzurro è figlio proprio di quella svogliatezza, di quella poca applicazione con Jorginho e Hamsik che sembrano molli sulla giocata, ma anche quella sfortuna che vede Koulibaly perdere il rimpallo e  Rincon che indovina la palla giusta. Colpe anche di Reina? Forse, ma in tutto quello che succede le colpe vanno divise. Il Napoli ci prova, non in maniera ficcante, ma le occasioni arrivano. Troppa imprecisione, qualche attimo di frenesia e un buon Perin fermano gli azzurri che sembrano sicuramente nervosi. Possesso palla sempre oltre i numeri standard ma intanto il gol non arriva. Nella ripresa la nostra divinità si accende, sembra giocare contro tutto e tutti. Segna e soffre, costruisce e riparte, inventa e illumina il gioco del Napoli. I due gol sono paurosi, in termini tecnici e in termini di bellezza. Il Pipita è maestoso e arriva a 29 gol, regala i tre punti al Napoli e ci fa sperare ancora anche se qualcuno gioca sporco. Aver trovato il gol ben presto ad inizio ripresa, mette il Napoli in condizione di spingere subito e di avere il tempo giusto per arrivare alla vittoria. Il Genoa stringe le maglie ma rischia di essere pericoloso, il Napoli ha forse un po’ perso quello smalto in difesa, Koulibaly rischia grosso svirgolando, poi salva su Cerci nello spazio di pochi minuti. Il Grifone non molla e se la gioca mettendo spesso il Napoli in condizione di dover ripiegare in affanno, ma quando poi il Pipita capisce che bisogna chiuderla, ci pensa da solo, con la rabbia del campione, una giocata mostruosa che supera Perin baciando il palo e finendo in rete. Tutti in piedi per questo campione, tutti in piedi per la nostra divinità che sbaraglia difese e avversari con tocchi di fino e “seggiate”. Alla festa partecipa anche El Kaddouri che servito da Gabbiadini chiude i giochi. Bene così, però ora capiamo se dobbiamo ancora giocarcela ad armi pari o dobbiamo pensare solo ad arrivare secondi, qualcuno ce lo dica, i vertici di questo brutto calcio debbono risponderci.

 

Gonzalo Higuain

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