Hinterland. Si scrive centro massaggi, si legge appartamento a luci rosse. Negli ultimi tempi si è registrato un vero e proprio boom di centri di benessere che offrono ai clienti prestazioni sessuali a pagamento. Bastano un piccolo appartamento in affitto, qualche lettino futon, luci soffuse e musica in sottofondo. Pochi elementi per creare l’atmosfera che mette a proprio agio il cliente e renderlo disponibile alla richiesta di servizi extra.

La mappa. Tra Napoli e Caserta se ne contano decine. Basta spulciare in rete, digitare “centro massaggi” su Google e ne spuntano tanti, tutti disseminati in provincia. Aversa sembra essere la capitale del massaggio hot. Nella città normanna, se ne contano almeno sei, di cui alcuni gestiti da cinesi. Ma molti se ne nascondono anche a Gricignano, Lusciano, sulla fascia costiera di Giugliano, a Melito e a Casoria. In città, invece, il Centro Direzionale sembra essere il “covo” preferito dalle massaggiatrici hot, soprattutto per la presenza di una clientela composta spesso da avvocati e facoltosi uomini d’affari che, tra una pausa e l’altra, cercano un po’ di relax all’interno dei centri benessere senza tirare sui prezzi.

I prezzi. I prezzi, appunto. Il tariffario, pur presentando delle variazioni da centro a centro, risulta standard. Si parte dal massaggio “base”, 30/50 euro. Il massaggio in questo caso non prevede un rapporto sessuale, ma le operatrici garantiscono di regola la “finalizzazione“, cioè il raggiungimento dell’orgasmo mediante la masturbazione. Questa tipologia di massaggio può prevedere costi aggiuntivi, dai 30 ai 50 euro in più, a seconda che ci sia o meno il corpo a corpo con l’operatrice. Nei centri più “economici” l’argentino – così come viene chiamata questa tipologia di massaggio – è incluso.

Gli extra a luci rosse. Ma sono gli extra, il pezzo forte. Si va dal bagno in vasca o in doccia al rapporto orale, per cui si richiedono dai 30 ai 50 euro in più, passando per il rapporto sessuale completo, prestazione per cui si possono sborsare dai 50 agli 80 euro extra. Non tutti i centri massaggi, però, garantiscono quest’ultima opzione. E molte volte è rimessa alla discrezionalità delle operatrici arrivare o meno alla penetrazione con il cliente. “A volte fingiamo un mal di testa – ci racconta una di loro, che preferisce restare anonima – oppure un malore. Alcuni clienti puzzano, oppure sono troppo irruenti e preferiamo non spingerci fino in fondo, anche se dobbiamo rinunciare a delle entrare extra.”

Storie difficili. Già, una vita non facile quella delle operatrici. Dietro il loro lavoro da escort-massaggiatrici, spesso si nascondono storie di disagio. Quelle che troviamo nell’hinterland sono per lo più donne tra i 20 e 40 anni, costrette a fare massaggi hot per pagarsi il mutuo o mantenere il figlio di pochi anni in mancanza di altri lavori. In poche lo fanno per “vocazione”. “Sono italiana – ci racconta Sara (nome fittizio), 37 anni, di Napoli, che lavora in un centro massaggi di Aversa – ho una figlia da mantenere dopo che ho divorziato con mio marito. I lavoretti che trovavo come estetista o parrucchiera non mi bastavano ad andare avanti. Poi un’amica mi disse di questo posto. All’inizio non capivo e durai manco 12 ore. Poi vinsi la timidezza e ci riprovai: andò meglio. Ora è diventato un lavoro”. I guadagni? “In un giorno, a volte, riesco a mettere insieme anche 500 euro. Gli extra sono i nostri. Al titolare del centro vanno i 50 euro del massaggio standard”.

Giovani mamme, donne divorziate, disoccupate. La lista delle operatrici che fa questo lavoro è lunga. Ma tutte con un denominatore comune: precarietà e necessità di far soldi. Si entra in un centro massaggi con nomi di fantasia (Eva, Jessica, Deborah), per poi tornare la sera, spesso dopo turni massacranti di 12 ore, alla vita “normale“, fatta di bollette da pagare e figli da crescere. “A volte vado a casa e mi metto a piangere – spiega Eva, altro nome di fantasia – non riuscirò mai ad abiutarmi all’idea che questo sia un lavoro come un altro. Guardo mia figlia e mi vergogno. A tutti gli effetti, questa è prostituzione”.

I controlli. Una prostituzione ben mascherata, nascosta legalmente dietro associazioni ludiche, centri olistici o benessere. Una vera e silenziosa piaga sociale che le autorità competenti difficilmente riescono a tenere sotto controllo. L’ultimo blitz, di pochi giorni fa, a San Nicola la Strada, in provincia di Caserta. A Giugliano un altro fu scoperto lo scorso ottobre. Offriva “l’happy handing”, cioè la prestazione sessuale completa. Ma i controlli fanno acqua. Molti centri sono “mobili”. Basta traslocare altrove per portarsi dietro tutto il giro di clienti e ricominciare di nuovo a praticare massaggi “speciali”.

 

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