È di giovedì la sentenza della Corte di Appello di Napoli contro i 9 imputati accusati a vario titolo di estorsioni, porto di armi da guerra, e danneggiamento per conto della fazione camorristica dei Casalesi dei Bidognetti che all’epoca dei fatti era guidata da Giuseppe Setola.

 

Tra gli imputati alcuni hanno ottenuto uno sconto di pena perché collaboratori di giustizia, per altri è stata confermata la sentenza di Appello. 9 anni a Ferdinando Russo di Giugliano, unico nel processo a rispondere anche del reato di associazione mafiosa, 2 anni e 10 mesi a Massimo Amatrudi di Giugliano, 5 anni e 4 mesi a Giuseppe Barbato di Lusciano, 13 anni ad  Alessandro Cirillo di Casal di Principe, 3 anni e 4 mesi a Carlo Di Raffaele di Villa Literno, 10 anni e 4 mesi a Davide Granato di Casal di Principe, 5 anni e 10 mesi ad Angelo Rucco di Lusciano, 4 anni e 10 mesi a Giovanni Mola di Parete, 3 anni e 6 mesi ad Oreste Spagnuolo di Castel Volturno.

 

Il gruppo di Setola imponeva il pizzo, tra il Casertano e la provincia di Napoli, ad alcune attività commerciali ed imprenditori, le indagini poi svolte dalla DDa di Napoli e dalla stazione dei Carabinieri di Parete ha consentito di capire come era articolata l’attività di estorsione che vedeva, come indica il Pm, il giuglianese Ferdinando Russo come elemento di collegamento tra il Clan guidato da Setola e gli imprenditori del territorio a Nord di Napoli a cui veniva chiesto di pagare il pizzo.

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