Operazione contro il traffico di droga a Napoli. La Squadra Mobile di Napoli ed il GICO del Nucleo Polizia Tributaria di Napoli, con il supporto di Interpol e degli organismi della cooperazione internazionale   hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare che ha disposto il carcere  per 11  indagati,  emessa  dal GIP presso  il Tribunale  di Napoli,  su richiesta  di questa  Direzione  distrettuale  antimafia,  che  ha  operato  in  stretto  collegamento   con  la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.

La misura cautelare coercitiva, sia personale che reale, è stata adottata nei confronti  di soggetti gravemente indiziati di avere costituito un’organizzazione unitaria, così come riconosciuta dal GIP, una sorta di cartello costituito da una pluralità di sottogmppi,  in parte autonomi,   in strettissimo collegamento tra di loro, con legami solidi e stabili con il clan AMATO PAGANO, tanto da configurare un’unica estesa organizzazione criminale.

Il provvedimento  cautelare  colpisce quindi soggetti  che, sin da epoca precedente  alla prima  faida  di Scampia  ed in particolare  dalla fine  degli  anni  ’90,    si erano  posti  come referenti   di  un’organizzazione  che   si  è  avvalsa,   nei   lunghi   anni   di  operatività,   di collegamenti  diretti con narcotrafficanti  sudamericani  ed europei di primissimo livello,   di basi  operative   ubicate   in  diversi   Stati  europei   e  di  enormi   disponibilità   di  risorse economiche  e di mezzi,  organizzazione  in grado  in ogni momento  di diversificare  i suoi canali di approvvigionamento e di smercio della cocaina.  Si tratta di un’organizzazione che ha vissuto in una forma di simbiosi, in un rapporto assolutamente  privilegiato e stabile con il clan  Amato-Pagano,   che  è  cresciuto  e  si  è  sviluppato  proprio  contestualmente all’organizzazione  Imperiale-Cerrone, disarticolata con la operazione odierna.

Grazie  al decisivo  contributo  della stmttura  transnazionale  oggi smantellata,  il clan AMATO  PAGANO  è divenuto,  negli  anni,  il  principale  canale  di  smistamento   della sostanza  stupefacente  nel napoletano.   In buona  sostanza,  questa indagine  ha disvelato  la chiave  del potere economico  dei vertici del clan Amato-Pagano,  assoluti protagonisti,  per anni,   dello   smercio   di  sostanze   stupefacenti   nel  quartiere   di   Secondigliano   e  delle sanguinose  faide verificatesi a partire dall’originaria  scissione all’interno  del clan Di Lauro nel  2004:  rappmio  che  si  è  fondato,  riconosce  il  GIP,  sulla  convergenza  dei  rispettivi interessi,  la  creazione  di  un  fondo  comune,  la  creazione  di  riserve  da  utilizzare  per  il costante reperimento di sostanze stupefacenti.

La piena e totale disponibilità di appoggio, sia sul piano commerciale e finanziario  che per il procacciamento  di anni e rifugi,   garantita dal gmppo Imperiale e Cenone al gmppo Amato Pagano durante i turbolenti anni delle faide di Secondigliano  ed anche in seguito, ha consentito  non solo al clan di Melito la vittoria  nella guena  di camona,  ma un’ulteriore decisiva spinta alla vetiiginosa espansione dei traffici di cocaina assicurati da Imperiale e Cenone,  i quali  avevano  così costituito  una  vera e propria società  con i vertici  del  clan Amato-Pagano, in grado di ottenere ricavi per decine di milioni di euro ogni anno.

Secondo quanto ritenuto dal GIP nell’ordinanza cautelare, attraverso le indagini, svolte m stretta sinergia da Squadra Mobile di Napoli e dal GICO della GdF, si è giunti all’individuazione degli organizzatori, direttori e gestori dell’articolata stmttura di narcotraffico, nonché dei faccendieri che hanno consentito il lucroso reimpiego degli enormi profitti derivati.

Apporto importante  ma non fondamentale  alle indagini emerge dalle dichiarazioni  di alcuni collaboratori di giustizia, ma altresì di centrale impmianza sono indagini tecniche, gli accertamenti  ed i sequestri  operati dalle Forze dell’Ordine nel periodo 2012 – 2014. A tal proposito il GIP ha riconosciuto  la riconducibilità  cetia al gmppo  Imperiale – Cenone del carico sequestrato in data 20 settembre 2013 allorché le Autorità francesi traevano in atTesto Aprea Vincenzo e sequestravano,  nei pressi di Parigi, Francia, un carico di cocaina  pari a 1330 Kg.

Risulta di patiicolare impmianza, sul piano investigativo, non solo la compiuta ricostmzione  delle  fattispecie  associative  finalizzate  al  narcotraffico,  aggravate  sia  dalla finalità  di  favorire  le  organizzazioni  camonistiche sul  tenitorio   di  Napoli  e  provincia, nonché dalla transnazionalità,  quanto, al tempo stesso,  l’avere  fatto luce ed essere risaliti ai beni ed ai capitali reimpiegati all’estero.

Contestualmente all’esecuzione dell’ordinanza cautelare personale infatti, a mezzo rogatorie internazionali,  la DDA di Napoli ha richiesto l’esecuzione di provvedimenti  di sequestro   preventivo   disposti  dallo  stesso  GIP  nei  confronti   di  quote  societarie, . beni immobili ed imbarcazioni riferibili ai principali referenti dell’organizzazione, posti negli EMIRATI ARABI UNITI (Dubai), in Spagna, nell’Isola  di Man (GB).

Il contesto  di queste  vicende  descrive  quindi  la storia ultraventennale di consolidate stmtture  imprenditoriali   dirette  da  personaggi  di  livello  internazionale,   come  Imperiale Raffaele  ed i suoi soci, soggetti che si sono  enormemente  arricchiti  facendo  affari  con le principali   organizzazioni  camonistiche   del   nord   del   capoluogo,   come   gli   AMATO PAGANO,   in  un  intreccio   inestricabile   di   società   di  fatto   tra   camonisti  e   broker internazionali  della droga, nonché abili professionisti dediti al riciclaggio degli ingentissimi proventi   derivanti  dal narcotraffico  anche e soprattutto  in paradisi  fiscali  e sulle spiagge dorate di Dubai.

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