La vicenda dell’Atitech parte dal 4 Agosto, quando fu raggiunto un accordo solo con un esigua parte dei lavoratori Atitech e l’azienda impostò una nuova turnazione: 48 ore settimanali, 44 successive in 8 mesi, l’orario in più si svolge nella stagione estiva. Una turnazione che i dipendenti considerano molto pesante, c’è stata poi una richiesta di referendum dei lavoratori proposto ai sindacati.
L’unione sindacale di base ha accolto, il referendum che si è tenuto il 23, 24, 25 settembre scorso. L’accordo viene bocciato col 98,2% dei voti.
L’azienda applica comunque l’accordo precedente non considerando i risultati del referendum e i sindacati confederati nonostante questo risultato non hanno ritirato le firme.

I lavoratori sono preoccupati per il futuro dell’azienda. Difatti domani venerdì 06 novembre si terrà la prima iniziativa di sciopero, che la legge di autoregolamentazione impone essere di quattro ore. Dalle 13 alle 17, questa prima iniziativa segna l’avvio di una fase di conflitto che durerà fino a quando, l’azienda non prenderà in seria considerazione la volontà dei lavoratori democraticamente e legittimamente manifestata con il referendum di settembre scorso.
I lavoratori avevano auspicato un ravvedimento aziendale e la riapertura della trattativa che potrebbe  ancora essere realizzabile. Ma affermano i dipendenti di Atitech “Purtroppo ad oggi, alcun segnale concreto e tangibile è giunto”.
Per questo motivo,affermano i lavoratori ” lo sciopero di venerdì prossimo assume un significato rilevante ed un segnale inequivocabile nei confronti di chi ancora pensa che è possibile decidere qualsiasi cosa, senza tener conto delle denunce, dei bisogni e delle rivendicazioni dei lavoratori”

Affermano ancora i lavoratori: “La nostra piattaforma è semplice e chiara : -Turnazione 5/7 strutturale, anche nei periodi di calo di attività, quale elemento irrinunciabile atto a garantire un adeguato recupero psico-fisico e la base per affrontare il tema stagionalizzazione e riduzione tempi di fermo macchina.
– Locali per la refezione  e tempi di pausa mensa adeguati e funzionali.
-Piano di reintegro, con scadenze previste, dei lavoratori attualmente in cigs da oltre sei anni.
-Un premio di produttività e/o risultato coerente con gli utili aziendali e che preveda inoltre, anche il del recupero salariale relativo ai pesanti sacrifici già sostenuti dai lavoratori.
-Il pieno rispetto delle norme e delle regole contrattuali ( sicurezza sul lavoro quale elemento primario, aliquote, abilitazioni e certificazioni ecc.) molte delle quali sistematicamente violate,  che già sono oggetto di ricorsi legali. Per questi obiettivi il sindacato Usb chiede a tutti i lavoratori di sostenere e di partecipare uniti e compatti alla prima iniziativa sciopero di domani 6 novembre 2015.

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