nuovo virus cina

Mentre nel mondo ancora si combatte contro il Coronavirus, gli scienziati hanno identificato in Cina un nuovo virus influenzale “dal potenziale pandemico”. Lo riporta la BBC citando uno studio, realizzato dalle Università agrarie di Pechino e Shandong e dai Centri cinesi per il controllo delle malattie, pubblicato oggi sulla rivista specializzata Proceedings of the National Academy of Sciences.

Si tratterebbe di un virus simile a quello dell’influenza H1N1, che causò la pandemia del 2009. Questo è stato scoperto e isolato nei maiali in Cina, grazie al lavoro delle Università agrarie di Pechino e Shandong e dei Centri cinesi per il controllo delle malattie (Cdc China). Un esempio importante di sorveglianza che “non crea preoccupazione, ma riporta al discorso delle minacce alla salute umana dal mondo animale”, ha commentato l’epidemiologa Stefania Salmaso, che nel 2009 ha seguito la pandemia di influenza a capo del Centro nazionale di epidemiologia, Sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità (Iss).

Nuovo virus in Cina

Il virus è stato isolato nei maiali grazie al programma di sorveglianza teso a individuare sul nascere virus capaci di colpire l’uomo e causare pandemie. Finora, il nuovo virus in Cina, ribattezzato dagli esperti G4 EA H1N1, non ha rappresentato una grande minaccia. Solo due persone negli ultimi 4 anni sono state infettate. Ma il professor Kin-Chow Chang, della Nottingham University nel Regno Unito e i colleghi che hanno osservato il caso dicono che è da tenere d’occhio. “In questo momento siamo distratti dal Coronavirus, giustamente. Ma non dobbiamo perdere di vista nuovi nuovi virus potenzialmente pericolosi”, ha detto Kin-Chow Chang alla BBC. “Anche se non rappresenta al momento un pericolo reale non dovremmo ignorarlo” ha concluso.

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Il parere dell’esperta

La scoperta del nuovo virus in Cina è un risultato della sorveglianza che da anni si conduce in diverse parti del mondo, compresa l’Italia – ha osservato l’epidemiologa italiana Stefania Salmaso -. La cosa interessante è che, mentre i ceppi in circolazione cambiano continuamente, il nuovo virus trovato nei maiali ha preso piede dal 2016″ e “il suo genoma contiene elementi che lo hanno reso in grado di infettare l’uomo”. Secondo l’esperta, quello osservato in Cina “sarebbe il primo gradino nella scala dell’evoluzione che porta a una pandemia”. È un’allerta, ha proseguito, “che ci riporta ai piani pandemici elaborati nel 2006 e nel 2009 e all’importanza di avere un aggiornamento” degli stessi. Anche nel 2018 l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva sollecitato una revisione dei piani, ma la richiesta non ha avuto seguito. “Questa volta – ha concluso Salmaso – non ci sono più scuse per rimandare l’aggiornamento di un piano pandemico condiviso”.

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