“Chiedo scusa a Marano. Sono responsabile dell’elezione di questo soggetto che non è assolutamente in grado di governare la città”. Così si esprime l’ex assessore provinciale di Forza Italia Antonio Di Guida durante la conferenza stampa che si sta tenendo in questi minuti nella Sala Cavallo a Marano.

Insieme all’ex assessore provinciale ci sono anche tre consiglieri comunali di Marano, i cosiddetti “diguidiani”, sua figlia Angela Di Guida, Lino Catuogno e Eduardo Pellecchia. I tre facevano parte della maggioranza dell’attuale sindaco Angelo Liccardo, sfiduciato il 28 luglio in consiglio comunale con una mozione di censura votata anche dai tre fedelissimi di Di Guida.

Parole forti sono state utilizzate dall’esponente di Forza Italia che si è scagliato contro il primo cittadino dichiarando che provvederà “a denunciarlo alla corte dei conti per la perdita dei fondi del P.I.U. Europa”. Si difende e si commuove Di Guida rispondendo alle accuse espresse dal primo cittadino più volte secondo cui l’ex assessore provinciale, con i consiglieri di riferimento in assise, avrebbe provocato la crisi politica a Marano per degli interessi personali. “Non consento a nessuno di ledere la mia dignità ed onorabilità”.

“Questo matrimonio è da annullare” – dice la nipote di Di Guida, che fino alla crisi politica ha ricoperto il ruolo di presidente del consiglio comunale.

Ancora altri attacchi da parte di Di Guida a Liccardo: “E’ un criminale sociale. Non paga le tasse e lo dimostra con la sua dichiarazione dei redditi e quelli della moglie, la quale dirige una scuola di danza che ha sede in un palazzo in costruzione”.

 

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