Luigi Tenco, vita, carrier, morte, ipotesi del suicidio

Luigi Tenco, cantautore d’immenso talento, non riuscì mai a essere compreso fino in fondo dalla cultura musicale dell’epoca. Ripercorriamo la sua vita, la sua breve carriera artistica e la morte.

Luigi Tenco, la vita

Luigi Tenco nasce a Cassine, in provincia di Alessandria, il 21 marzo 1938. Frutto di una relazione extraconiugale tra Teresa Zoccola e il sedicenne Ferdinando Micca, prese il cognome del marito della ragazza, Giuseppe Tenco, morto in circostanze misteriose prima della sua nascita.

Il giovane Luigi trascorre i primi anni della sua vita insieme alla madre e ai nonni, prima di trasferirsi proprio con la donna e il fratello maggiore, Valentino, a Genova. Frequenta inizialmente il Liceo Classico, poi si trasferisce allo Scientifico Galileo Galilei, dove si diploma come privatista nel 1956.

Durante gli anni del liceo Luigi Tenco inizia a suonare il pianoforte, strumento per cui dimostra un talento naturale. Da autodidatta sperimenta la chitarra, il clarinetto e il sax. Si avvicina successivamente agli ambienti jazz genovesi.

Dopo la maturità Tenco entra nel Modern Jazz Group di Mario De Sanctis. Qui conobbe un giovanissimo Fabrizio De André. Un paio d’anni dopo, fonda con Graziano Grassi e Gino Paoli I Diavoli del Rock. Sul finire degli anni Cinquanta si trasferisce a Milano, ospite di Gian Franco Reverberi, che lo vuole come session man in alcune registrazioni di Gino Paoli e Ornella Vanoni.

Carriera

La carriera di Luigi Tenco, e dunque il suo esordio da cantante, avviene nel 1959 con il gruppo I Cavalieri per la Dischi Ricordi. Il primo disco di Luigi Tenco come solista esce solo nel 1961. Un 45 giri dal titolo I miei giorni perduti. L’anno dopo è la volta del suo primo 33 giri, che contiene brani leggendari come Mi sono innamorato di te e Angela.

Tenco nel 1966 si trasferisce a Roma, dove firma un contratto per la RCA Italiana. Qui conosce la cantante Dalida, con cui intrattenne una relazione amorosa. Nel 1967 partecipa al Festival di Sanremo con Ciao amore ciao, cantata separatamente con la stessa Dalida.

Il brano, che inizialmente aveva un testo d’ispirazione antimilitarista, viene modificato per non incorrere nella censura, mantenendo soltanto il ritornello originale. Nonostante gli aggiustamenti, il pezzo non convince gli organizzatori della kermesse, che escludono il brano di Tenco dalla finale e anche dal ripescaggio, che vede vincitore Gianni Pettenati con la sua canzone La rivoluzione.

Luigi Tenco, la morte

Per Luigi Tenco l’eliminazione da Sanremo è un colpo durissimo. Infatti è deciso ad abbandonare la carriera da interprete per dedicarsi solo a quella da compositore. Invitato da Dalida, che prese l’eliminazione con più leggerezza, a fare comunque un brindisi, Luigi rifiuta e torna in albergo.

Riguardo la morte di Luigi Tenco non si sa cosa è accaduto di preciso la notte dopo l’eliminazione. Secondo l’ultima ricostruzione, Tenco è nella sua camera d’albergo presso l’hotel Savoy ed ha effettuato due chiamate. La prima, al capo della RCA, da cui però non ottiene risposta. La seconda, alla sua ex ragazza Valeria, che è invece particolarmente intensa. I due in questa occasione hanno programmato un viaggio in Kenya insieme, e si salutano all’una di notte.

Alle due del 27 gennaio, prima Lucio Dalla, poi Dalida trovano il corpo di Luigi Tenco privo di vita. Sulla testa è ben visibile un colpo di proiettile che va dalla tempia destra a quella sinistra. Lo sparo però nessuno lo ha sentito.

L’ipotesi di suicidio

Nella camera dove si trova il corpo senza vita di Tenco trovano un biglietto scritto a mano dallo stesso cantante. Queste le sue ultime parole: “Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e a una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi“.

La tesi del suicidio viene confermata fin da subito, ma si porta dietro un alone di mistero che permane tutt’oggi. I fatti non sono stati mai del tutto chiariti. L’autopsia del corpo viene eseguita solo nel 2006, e non porta a grandi sviluppi nelle indagini.

Nel 1967 invece il corpo viene portato a Ricaldone, in provincia di Alessandria, paese dell’infanzia di Luigi. Alla camera ardente allestita in casa degli zii e ai funerali avvenuti il 30 gennaio 1967 vi è una partecipazione molto bassa. Ad oggi il corpo di Luigi Tenco è custodito in una comunissima tomba nel cimitero di Ricaldone.

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