presepe in gabbia

Gesù bambino, Giuseppe e Maria  divisi e dentro una gabbia metallica. E’ polemica per il presepe “ingabbiato”.

Il presepe in gabbia

A metterlo in scena è la Chiesa metodista di Claremont, sobborgo di Los Angeles, in California. La scelta sembra essere un chiaro riferimento alle politiche sull’immigrazione messe in atto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump proprio alla frontiera meridionale degli Usa.

La spiegazione dei fedeli

“Nel momento in cui le famiglie in cerca di asilo sono separate contro la loro volontà – scrivono i fedeli di questo culto – abbiamo voluto porre l’attenzione sulla famiglia di rifugiati più conosciuta al mondo. Cosa sarebbe successo se avesse bussato alle porte del nostro Paese?”. “Immaginate Giuseppe e Maria separati al confine e Gesù, con meno di due anni, strappato dalla madre e posto dentro una recinzione in un centro di detenzione della guardia di confine, come hanno fatto con più di 5.500 bambini negli ultimi tre anni”.

Le politiche sull’immigrazione

“Gesù ci ha insegnato la bontà e la carità e di accettare tutti senza distinzione”, scrive Karen Clark Ristine, pastore della chiesa metodista. Questo Natale, nel presepe di Claremont, “la Sacra Famiglia viene messa al posto di migliaia di famiglie senza nome separate al nostro confine”, si legge nel post pubblicato sui social e commentato da oltre 11mila utenti. Clark Ristine ricorda anche il versetto del Vangelo secondo Matteo in cui si afferma: “Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato”. La rappresentazione del presepe realizzato dalla Chiesa metodista non lascia indifferenti, tanto che è stata ripresa dallo stesso governatore della California, Gavin Newsom. “Queste sono solo statuine. Ora immagina donne, bambini, mamme, papà, fratelli, sorelle, bambini. Separati. In gabbie”, ha commentato Newsom sul suo account Twitter.

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