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Arresti al Parco Verde di Caivano. Le piazze di spaccio appaltate dagli uomini del clan e il pizzo sulla mozzarella. Sono tra i principali affari emersi dalle indagini che hanno portato 17 persone in carcere, tra vertici e affiliati del gruppo Sautto-Ciccarelli di Caivano.

Caivano, arresti al Parco Verde

Il blitz coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Napolie e  condotta dal Nucleo Investigativo del predetto Gruppo ha consentito di ricostruire le attività illecite del gruppo criminale operante nel Parco Verde. 

Le accuse dei 17 arrestati sono, a vario titolo, di camorra, illecita concorrenza, tentata estorsione e armi, tutti reati contestati con l’aggravante mafiosa. Fondamente per l’inchiesta, come riporta il quotidiano Cronache di Napoli, le intercettazioni ambientali e i racconti di cinque collaboratori di giustizia, in particolare di Nunzio Montesano. 

Intercettazioni e dichiarazioni dei collaboratori di giustizia

Nell’inchiesta è venuto fuori che le piazze dovevano essere tutte autorizzate da Nicola Sautto, a condizione di rifornirisi da Pasquale Fucito, alias o’ marziano, diventato suo genero e pure lui colpito da msura cautelare in carcere. Solo Genny Sautto (attualmente irreperibile), in quanto fratello, poteva sottrarsi alle imposizioni di Nicola. Nessun occhio di riguardo per gli altri: chi disobbediva veniva pestato.

“Chi comanda al Parco Verde oggi sono Nicola Sautto ed il fratello Genny. sono loro che decidono chi può aprire una piazza di spaccio a Caivano, e che inoltre impongono ai gestori delle piazze di comprare lo stupefacente da Pasquale o’ marziano”, dichiara Nunzio Montesanto, collaboratore di giustizia.

“I fratelli Sautto decidono anche che tipo di stupefacente le singole piazze di spaccio possano vendere. Pasquale o’ marziano è una persona molto ricca, penso che abbia la disponibilità di 20 o 30 milioni di euro per compare partite di stupefacente. Egli rifornisce anche i clan di Secondigliano e di Arzano”, spiega Montesano.

Le mani del clan sui prodotti caseari

Come riporta Cronache di Napoli, la cosca imponeva anche i prodotti caseari ad alcuni impreditori collusi per assicurargli il monopolio della distribuzione in zona. Al titolare di un caseificio di Crispano sarebbe stato intimato di non commercializzare mozzarelle e latticini a Caivano: al suo rifiuto fu convocato dal boss. Il commerciante sostenendo di trovarsi in territorio di Crispano e quindi di dover dare conto al cartello criminale del posto.

Le ordinanze eseguite

  • Ciccarelli Domenico, classe ’70
  • Cordua Francesco, classe ’84
  • Antonio Dalla Ratta, classe ’61
  • De Simone Emanuele, classe ’84
  • Luigi Ferraiuolo, classe ’59
  • Iuorio Cristoforo, classe ’80
  • Iuorio Pietro, classe ’90
  • Iourio Vincenzo, classe ’86
  • Lo Bascio Ciro, classe’84
  • Mauro Alfonso, classe ’71
  • Mirti Diego, classe ’84
  • Sautto Nicola, classe ’70
  • Sautto Salvatore, classe ’80
  • Sgambati Benedetto, classe ’70
  • Sorio Emanuele, classe ’92
  • Vasapollo Antimo Rolando, classe ’57

Foto: Cronache di Napoli

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