mehmed torturato milano

L’autopsia sul corpo di Mehmed conferma: il bimbo è morto dopo essere stato torturato. L’esame autoptico ha riscontrato bruciature di sigarette, calci e pugni, ustioni con una fiamma viva e altri segni di violenza.

L’accusa: Mehmed torturato

L’episodio risale allo scorso 22 maggio. Alija Hrusic, 25enne di origini croate, si trova in cella con l’accusa di omicidio.  «Non riuscivo a dormire, mi sono alzato dal letto e l’ho picchiato». Al momento è l’unica assurda spiegazione che gli investigatori sono riusciti a raccogliere da Hrustic. L’uomo, nato a Firenze ma di origini croate, era stato fermato con l’accusa di omicidio volontario aggravato dal maltrattamento e dalla minore età della vittima, il terzo figlio che aveva avuto da sua moglie Silvija Z., una croata di 22 anni che è incinta.

La vicenda è stata ricostruita dalla Procura. Alle 5 del mattino di quel giorno, Hrustic aveva chiamato il centralino del 112 dicendo all’operatore sanitario che il bambino stava male, che aveva problemi respiratori. In sottofondo si sentiva il pianto della madre. Quando i paramedici sono arrivati sul posto c’era solo lei, col volto stravolto dal dolore, che ha subito indicato il marito come autore dell’omicidio. Intanto Hrustic era scappato portando via con sé le due figlie che hanno 3 e poco più di un anno (il quarto figlio, il maggiore, si trova in Croazia). Ha vagato per poco prima di trovare rifugio a casa di un conoscente in via Manzano 4, in zona Giambellino.

Gli agenti della Squadra mobile lo hanno individuato alle 12.30 e quando si sono presentati alla sua porta l’uomo non ha opposto resistenza e ha ammesso subito la sua responsabilità. «Non è stato in grado di spiegare precisamente cosa gli è venuto in mente in quel momento – ha detto il capo della Mobile, Lorenzo Bucossi – Non sappiamo se Mehmed stesse piangendo, ha solo raccontato che non riusciva a dormire e che aveva assunto hashish. Si è alzato e, in preda a un accesso di rabbia incomprensibile, lo ha picchiato a morte». Gli investigatori non avevano indugiato finora sui particolari, limitandosi a dire che sul corpo del piccolo erano evidenti i segni delle percosse.

Le violenze ricostruite dal Pubblico Ministero

Oggi il pm Giovanna Cavalleri ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini al Gip. L’uomo risulta indagato per omicidio volontario aggravato, torture aggravate e maltrattamenti aggravati. In particolare il pm ha contestato l’omicidio aggravato dall’avere adoperato «sevizie» e dall’avere agito «con crudeltà verso il bambino. Lo avrebbe fatto per motivi futili consistiti nel fatto che il piccolo, lasciato senza pannolino, si fosse sporcato“. La moglie, al quarto mese di gravidanza al momento del delitto, risulta invece parte offesa per il reato di maltrattamenti. “Fin dall’inizio della loro relazione – si legge nell’avviso – ingiuriava e percuoteva, il più delle volte alla presenza dei figli minori (…) la convivente (…) colpendola con schiaffi, pugni e calci, a volte utilizzando una cintura, in altre occasioni servendosi del bastone di una scopa o di grossi fili elettrici”.

L’uomo, “dal mese di aprile, la minacciava di uccidere lei e la sua intera famiglia laddove si fosse allontanata da casa o lo avesse denunciato. Le impediva di uscire di casa e, in più occasioni, le sottraeva il cellulare  e non le consentiva di chiedere aiuto all’esterno”. Si legge ancora che sempre dall’aprile scorso, Hrusic “manifestava grave insofferenza nei confronti del figlio minore (…) lo ingiuriava ripetutamente con l’epiteto di scemo. Poi lo percuoteva senza alcun motivo e lo colpiva con calci e pugni, lo morsicava e gli provocava bruciature di sigarette su diverse parti del corpo.   Pochi giorni prima del decesso del bambino, egli stesso gli provocava, con una fiamma viva di dimensioni ridotte  vastissime ustioni sulle piante dei due piedi»

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