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Le Procure del Veneto hanno aperto fascicolo per falsi diplomi a carico di venti persone. Si tratta di operatori scolastici campani di Salerno e della Provincia. Al momento dell’assunzione, per avvantaggiarsi nelle graduatorie, avrebbero presentato falsi diplomi di scuole di formazione non parificate.

Le indagini: falsi diplomi per bidelli

Come spiega Il Mattino, le inchieste sono condotte dalle Procure della Repubblica di Padova, Verona, Vicenza e Venezia. Già a gennaio alcune verifiche avevano fatto emergere una serie di irregolarità sulle dichiarazioni dei bidelli che riuscivano a ottenere supplenze senza averne titolo. Le segreterie venete hanno così chiesto così informazioni al Provveditorato di Salerno che, su disposizione della direzione generale dell’Ufficio scolastico campano, ha fornito «decisivi» chiarimenti. I bidelli finiti nel mirino avevano infatti presentato diplomi mai conseguiti, nessuno dei collaboratori aveva sostenuto l’esame finale e le prove di Stato. Insomma il certificato di diploma era un falso.

I reati contestati

Sono così scattati i primi provvedimenti. A Venezia un bidello ha subito il licenziamento dopo aver preso servizio a tempo indeterminato. I reati ipotizzati vanno dal falso alla dichiarazione mendace. La maggior parte dei bidelli ha presentato un diploma risultato fasullo perché emesso da una scuola fantasma, cioè una scuola che non ha mai avuto l’autorizzazione ad emettere titoli di scuola paritaria. I due istituti sono stati localizzati a Castel San Giorgio. Le presunte scuole non esistevano in un nessun elenco ufficiale del Ministero dell’Istruzione, né avevano autorizzazione di scuola paritaria o privata.

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